Immaginate di immergervi in un paesaggio ondulato, tra lussureggianti terrazze di riso. Siamo nelle Filippine, nel villaggio di montagna di Buscalan, nella provincia di Kalinga, a quindici ore di macchina a nord di Manila. In questo villaggio che ospita appena duecento famiglie è nata 103 anni fa Whang-Od Oggay. Oggi è la più anziana mambabatok delle Filippine, cioè una tatuatrice tradizionale Kalinga. Ha iniziato a 15 anni e, all’epoca, rappresentava una rottura nella pratica: solo gli uomini, infatti, erano autorizzati a imparare a tatuare. Suo padre, invece, volle che a imparare fosse lei.
La stessa routine da 88 anni
Ogni mattina, dunque, all’alba – da 88 anni – Whang-Od si sveglia per preparare la miscela che userà per realizzare i tattoo. Un amalgama di fuliggine di pino e acqua che applicherà con pochi e rudimentali strumenti: una spina di un albero di pomelo (è un agrume), un bastone di bambù lungo trenta centimetri, carbone e acqua.
L’inchiostro realizzato a mano viene picchiettato sottopelle proprio attraverso la spina, mentre il bambù serve per spingerlo dentro. Il risultato sono motivi permanenti che ricordano linee tribali come anche stampe di animali. Tutti indiscutibilmente evocativi di forza, bellezza e fertilità.
Visitatori da tutto il mondo
Whang-Od Oggay che è in grado di vibrare anche cento colpi al minuto, inizia la sua attività tatuando i guerrieri Kalinga che però, con gli anni, hanno iniziato a sparire. Così è diventata un punto di riferimento assoluto per i globetrotter di tutto il mondo: viaggiatori instancabili innamorati delle tradizioni locali che non temono il lungo viaggio nella foresta pur di raggiungere la centenaria che tatua.
Whang-Od appartiene alla tribù Butbut, una stirpe di guerrieri con la fama di cacciatori di teste; per certo, combattenti agguerriti contro ogni forma di invasione delle loro terre. Stando infatti alla loro storia più recente, persino i giapponesi che provarono a costruire una base nelle loro vicinanze – era la Seconda Guerra mondiale – furono messi in fuga sotto la minaccia delle lance.
Una tradizione di famiglia riconosciuta a livello nazionale
Tornando all’attualità, la tradizione dei mambabatok sembra non essere destinata a perdersi. Whang-Od, non avendo figli, ha insegnato alle sue nipoti questa antica tecnica artistica. Perse infatti il marito quando era molto giovane e decise di non sposarsi mai più. Oggi, a raccogliere il testimone ci sono Grace e Ilyang, anche loro precoci nell’apprendimento delle tecniche tradizionali: Grace, infatti, è poco più che ventenne ma tatua già da nove anni. Una tradizione che si tramanda solo ed esclusivamente tra consanguinei.
La Commissione nazionale per la cultura e le arti (NCCA) delle Filippine le ha conferito il premio Dangal ng Haraya per il patrimonio culturale immateriale. Nelle motivazioni che accompagnano il riconoscimento, si legge: “In quanto erede di una pratica tradizionale, merita onore e riconoscimento per il suo contributo. Ha fatto crescere l’attenzione verso la pratica indigena del tatuaggio e la cultura filippina tutta”.
(Foto di apertura: marie martin/Shutterstock.com)
© Riproduzione riservata