Gli animali da compagnia, in particolare i cani, sono sempre più diffusi nelle nostre case e sono riconosciuti ormai da tempo gli effetti benefici legati alla loro presenza.
In effetti, vivere con un animale riduce il rischio di attacchi asmatici e riniti allergiche nei bambini nel corso della prima infanzia e migliora la qualità della vita in generale, poiché diminuisce la solitudine negli anziani e aumenta il livello di attività fisica a tutte le età.
Ma a quanto pare c’è di più: una ricerca pubblicata sulla rivista Circulation, organo di diffusione della American Heart Association, ha rivelato che la compagnia di un cane potrebbe persino allungarci la vita.
Lo studio – guidato dalla dottoressa Carolyn Kramer, ricercatrice all’Università di Toronto – ha raccolto i dati di più ricerche pubblicate tra il 1950 e il 2019, condotte su un campione di quasi 4 milioni di persone tra Stati Uniti, Canada, Scandinavia, Nuova Zelanda, Australia e Regno Unito, con l’intento di arrivare ad una conclusione quanto più possibile univoca.
Dall’analisi è emerso che possedere un cane è riconducibile ad una riduzione del 24% della mortalità per “tutte le cause” e che il beneficio è maggiore per chi ha già avuto un infarto o un ictus. «Per queste persone avere un cane è ancora più vantaggioso: hanno un rischio ridotto del 31% di morire di malattie cardiovascolari», ha concluso la Kramer.
Diverse ricerche, in passato, avevano già dimostrato un nesso tra la diminuzione dei decessi per malattie cardiovascolari e l’avere un cane, ma la novità di quest’ultima revisione sistematica sta nell’aver concluso che possedere un cane protegge contro la morte per qualsiasi causa.
La ricerca più recente sul tema aveva coinvolto oltre 336.000 uomini e donne svedesi, tra i 40 e gli 85 anni, che avevano avuto un infarto acuto o un ictus. Conclusione: le migliori capacità di ripresa avevano riguardato quelle persone che possedevano un cane e i risultati erano addirittura superiori se i possessori di un cane vivevano da soli.
È facile comprendere come la solitudine e l’isolamento sociale siano fattori di rischio per la morte prematura e che la compagnia di un animale domestico agisca in maniera molto positiva. Così come vivere soli e dover comunque portare fuori il proprio animale, comporti un incremento nell’attività fisica importante nella riabilitazione dopo un infarto o un ictus.
Sembra inoltre che la compagnia di un cane migliori i parametri generali di salute. «Secondo alcuni studi le persone che hanno cani, presentano un profilo di colesterolo migliore e valori di pressione sanguigna più bassi. Un altro studio, il mio preferito, ha scoperto che accarezzare un cane può ridurre la pressione sanguigna tanto quanto un farmaco», continua Kramer.
Caso chiuso, quindi? Purtroppo ancora no, almeno non in modo definitivo: queste ricerche sono indagini osservazionali, ovvero non dimostrerebbero in modo schiacciante che avere un cane sia stata la causa diretta della maggiore aspettativa di vita o dei migliori risultati di salute dopo infarto e ictus. Insomma: è il cane o sono i comportamenti che si mettono in atto a fare la differenza?
E, anche se tutti gli indizi paiono convergere in un’unica conclusione, ovvero che il possesso di un cane è associato ad una effettiva diminuzione di tutte le cause di morte, grazie ad un miglioramento del sistema cardiovascolare, appare necessario un ulteriore approfondimento.
Intanto, godiamoci la presenza del nostro cane, perché ciò che sappiamo è sufficiente per ammettere che sì, il cane è il miglior amico dell’uomo. E, in cuor nostro, sentiamo che si tratta di un rapporto speciale che aggiunge vita agli anni.
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