L’attivismo non ha età e soprattutto l’alleanza fra generazioni può essere una grande ricchezza per le campagne sociali. Spesso l’incontro tra persone di età diverse può nascere in contesti di solidarietà come è accaduto in questi ultimi venti mesi. Un vero e proprio esempio di volontariato intergenerazionale.
Durante la pandemia, ad esempio, molti dei volontari impegnati sul fronte sanitario e in altri settori, hanno costruito amicizie solide proprio quando c’era una consistente differenza di età. E non è un caso. Secondo gli ultimi dati raccolti nel rapporto Uk Civil Society Almanac 2021, nel Regno Unito le persone che più si sono dedicate ad attività solidali all’inizio della crisi del Covid sono state proprio i ragazzi fra i 18 e i 24 anni e gli over 65. Due generazioni che inevitabilmente si sono ritrovate a lavorare fianco a fianco, come forse non avevano mai avuto l’occasione di fare in precedenza.
Le storie del volontariato intergenerazionale e delle amicizie che ne sono nate
Sam e Tony
Il Guardian ha raccolto alcune delle storie dei volontari e del rapporto che è nato grazie a questi incontri. A Manchester, ad esempio, la battaglia contro il cambiamento climatico ha permesso alla dodicenne Sam Mountfield di conoscere Tony Openshaw, 66 anni. I due hanno lavorato alla campagna This is what an activist looks like, improntata sulla realizzazione di video intergenerazionali relativi a buone pratiche come la coltivazione di un proprio orto, la raccolta differenziata, l’uso dei mezzi di trasporto pubblici.
“Tony è stato per me fonte di grande ispirazione”, ha raccontato Sam. “Ho imparato molto da lui, soprattutto a non arrendermi se tengo davvero a qualcosa.” Anche Tony è rimasto molto colpito dalla collaborazione con Sam: “I giovani e gli anziani sono due gruppi spesso ignorati e soggetti ad una rappresentazione stereotipata. È fantastico lavorare fianco a fianco e condividere la passione per il cambiamento”.
Eve e Hazel
Eve Taylor, diciassettenne di Brighton, ha conosciuto Hazel Mason, 72 anni, su Zoom, per poi incontrarla dal vivo. All’inizio della pandemia, infatti, la donna aveva creato uno spazio virtuale di ascolto, in cui diverse generazioni potevano incontrarsi e parlare. “Volevamo offrirci come orecchie in ascolto dei più giovani – ricorda Hazel – perché può esserci un legame molto speciale tra persone di generazioni diverse. L’amicizia che è cresciuta tra me e Eve aiuta a mantenermi giovane”.
Cecilia e Chris, Oska e Anita, Cosmo e Bob
La piccola Cecilia Allison, 7 anni, ha imparato da Chris Barnes, 66 anni, ad occuparsi del verde pubblico, a partire proprio dalla strada di casa. Mentre Oska Shaw, 24 anni, e Anita Bennett, 65 anni, sono diventati amici durante la campagna per salvare gli aceri di Bristol. E se per Oska l’amicizia con Anita è diventata un punto fermo, per lei è stata fonte di grande ispirazione, soprattutto per superare le paure “che i giovani hanno imparato a non avere”.
Cosmo Lupton, 21 anni, e Bob Illingworth, 74, si sono incontrati durante la campagna per i liberaldemocratici a Cambridge. “È affascinante parlare con Bob delle campagne del passato per i diritti civili – ha raccontato Cosmo – mi ha fatto pensare a cose che davo per scontate.”
Abbattere gli stereotipi grazie al volontariato intergenerazionale
Secondo Jurgen Grotz, direttore dell’Istituto per la ricerca sul volontariato “si possono abbattere gli stereotipi negativi che derivano dalle limitate opportunità per le generazioni di capirsi e conoscersi. L’impegno nel sociale è un ottimo modo per incontrarsi”.
“Esiste un’alleanza naturale tra persone molto anziane e molto giovani di cui non si parla abbastanza – ha spiegato Peter Beresford, professore emerito di politica sociale presso la Brunel University di Londra ed ex direttore del Centre for Citizen Participation – e il legame si forma in modo più naturale quando la condivisione non è necessariamente legata alla propria quotidianità”. Bisogna anche ricordare che gli attuali modelli di volontariato, soprattutto durante la pandemia, hanno portato individui di età molto diverse a trovarsi fianco a fianco, e come sostiene Ruth Leonard, presidente dell’Associazione dei manager volontari a capo della McMillian Cancer Support, “i due gruppi sociali apparentemente opposti si sono sentiti più legati anche perché il Covid ha portato per entrambi sfide molto specifiche e un senso di abbandono nell’affrontarle.”
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