In esclusiva per Spazio50 vi proponiamo “Voci dall’Ucraina”, il racconto della società civile di Lviv (Leopoli). Una serie di interviste per capire la situazione attuale, dal punto di vista di una città di confine che si trova ad affrontare la catastrofe umanitaria dei connazionali in fuga.
Nella notte tra mercoledì e giovedì Leopoli è stata nuovamente svegliata dalle sirene. Questa volta è stato colpito un deposito di munizioni a Rivne, verso il confine con la Bielorussia, dove si trova anche una centrale nucleare. Nel centro vengono messe in salvo le statue e i monumenti. La città, infatti, è strategica per varie ragioni. Prima tra tutte la posizione proprio sul confine con “l’Occidente”. E poi perché da fine febbraio sono arrivati qui più di 900 giornalisti, rendendola di fatto una capitale mediatica. Oltre a questo, il centro urbano si è trasformato in poco tempo in una meta per volontari, combattenti, rappresentanti delle istituzioni e delle Ong.
L’intervista a Yurii Vizniak
Tra loro c’è anche Yurii Vizniak, responsabile del Palazzo dell’Arte di Leopoli. Oggi è il coordinatore dei volontari che hanno riconvertito lo spazio culturale nel più grande centro di raccolta e smistamento degli aiuti di tutta la città. Con lui ci sono 300 volontari, e mentre fuori i cittadini si mettono in fila per donare, all’interno il lavoro è organizzato per settori. C’è chi si occupa dei vestiti, chi del cibo, chi dei medicinali, oltre alla squadra che segue il carico dei furgoni e camion che ogni giorno partono da lì diretti verso le località che più hanno bisogno. Il Palazzo dell’Arte è solo uno dei tanti esempi di come tutto il mondo della cultura si sia messo a disposizione per aiutare i connazionali in fuga.
Le parole di Yurii Vizniak
“Stiamo lavorando da giorni. Il nostro compito principale è quello di ricevere, smistare e mandare gli aiuti umanitari: solitamente si tratta di cibo, vestiti e medicinali”, racconta Yurii Vizniak. “Due giorni fa abbiamo rifornito di vestiti pesanti e di cibo i rifugiati e i soldati in tutta la regione di Leopoli. Negli ultimi tre giorni abbiamo fatto lo stesso per gli altri centri come Kharkiv, Odessa, Mykolaiv, Kyiv e così via. Ieri abbiamo organizzato la spedizione per più di 200 camion carichi fra i 300 kg e le due tonnellate. Inoltre, abbiamo inviato 70 furgoni, altrettante auto e 8 autocarri solo ieri. Il nostro gruppo lavora 24 ore su 24, ora siamo in 300. Riguardo a ciò di cui abbiamo bisogno, servono medicine, lacci emostatici, forbici chirurgiche, radio trasmittenti, generatori elettrici, cibo in scatola, soprattutto a lunga conservazione”.
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