Rumore, inquinamento, luci accese a tutte le ore. Mai un attimo di pace. Le strade urbane ad elevata percorrenza non sono certo il panorama ideale su cui dovrebbe affacciare la casa dei sogni.
Ma un recente studio pubblicato su Environmental Health, autorevole rivista scientifica che si occupa dei rapporti tra salute e ambiente, dimostra che le strade più trafficate delle città sono qualcosa di peggio di un fastidioso fardello da sopportare.
Viverci accanto può addirittura essere pericoloso per la salute in un modo del tutto inaspettato: chi risiede nelle vicinanze di un’arteria vitale per la mobilità urbana ha maggiori probabilità di ammalarsi di demenza, Alzheimer, Parkinson o sclerosi multipla. Perché l’inquinamento danneggia i polmoni, ma anche il cervello.
I ricercatori dell’Università della British Columbia hanno condotto la loro indagine a Vancouver in Canada, ma non c’è motivo di dubitare che si avrebbero gli stessi risultati anche dalle nostre parti.
Gli scienziati hanno analizzato i dati di 678mila adulti tra i 45 e gli 84 anni monitorando la loro salute tra il 1994 e il 2003.
Per ognuno dei partecipanti sono state raccolte informazioni sulla residenza, l’esposizione all’inquinamento e al rumore, la presenza di aree verdi nelle vicinanze della casa. Durante il periodo di osservazione si sono verificati 13mila casi di demenza, 4mila di Parkinson, 1.200 di Alzheimer e 658 di sclerosi multipla.
Incrociando i dati è emerso che chi viveva vicino a una strada trafficata aveva il 14% in più di probabilità di sviluppare forme di demenza e il 7% in più di soffrire di Parkinson rispetto a chi viveva in aree meno frequentate dai veicoli.
Tutta colpa del particolato fine, le microscopiche particelle PM10 e PM2,5 presenti nei gas di scarico delle automobili. Queste polveri infatti non si fermano nei polmoni, gli organi maggiormente colpiti dall’inquinamento, ma arrivano anche al cervello compromettendone il funzionamento. Esperimenti condotti sui topi hanno dimostrato che l’esposizione al PM2.5 aumenta del 60% l’accumulo di placche di β-amiloide nel cervello, le strutture correlate all’Alzheimer.
La buona notizia è che la costruzione di aree verdi in prossimità delle strade trafficate può mitigare gli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico. E non solo perché la vegetazione purifica l’aria, ma anche perché la presenza di un parco sotto casa invoglia a svolgere attività fisica e a stringere relazioni sociali, elementi importanti nella prevenzione delle malattie neurodegenerative. Ma potrebbe darsi che anche la semplice vista del verde abbia effetti positivi sul cervello.
«La buona notizia è che gli spazi verdi sembrano avere alcuni effetti protettivi nel ridurre il rischio di sviluppare uno o più di questi disturbi. Sono necessarie ulteriori ricerche, ma i nostri risultati suggeriscono che gli sforzi di pianificazione urbana per aumentare l’accessibilità agli spazi verdi e ridurre il traffico automobilistico sarebbero preziosi per la salute neurologica», concludono i ricercatori.
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