Gli italiani sono convinti che la qualità della vita sarà sempre più determinata dalla qualità di connessione e dalle competenze digitali.
Il secondo Rapporto Censis, realizzato in collaborazione con WindTre, “Vivere e valutare la digital life”, invita a riflettere sui passi avanti compiuti in fatto di digitalizzazione, ma anche sulle lacune legate all’accesso e ai servizi offerti. Nove persone con più di 18 anni su dieci dispongono di una connessione a Internet, e di questi, il 71% ha sia una linea fissa che una mobile. Il 17,7%, invece, ha solo quella mobile e il 10,8% esclusivamente la linea fissa. Dunque vince la combinazione di connessioni, perché la maggior parte degli utenti sceglie di dotarsi di una connettività multipla. Dagli operatori, infatti, ci si aspetta velocità, alta qualità di trasmissione dei contenuti e un servizio di assistenza rapido in caso di guasti o problemi amministrativi.
“Vivere e valutare la digital life”: la qualità dei servizi
Nonostante la crisi economica, il 43,9% degli italiani sarebbe disposto a pagare di più per avere servizi di qualità superiore. Un dato che varia in base al titolo di studio e sale al 51,5% fra i laureati.
Ma se alla “digital life” si riconoscono indubbi benefici perché il digitale consente di gestire sfere molto intime della vita – dai risparmi ai dati sanitari – intorno all’uso della rete permangono alcune paure. Il 56,6% dei cittadini teme per la propria sicurezza informatica, soprattutto quando svolge operazioni bancarie online. Il 34,7% è preoccupato dal libero accesso alla rete dei minori, il 23,7% dai rischi di dipendenza e quindi per le minacce alla salute mentale. Infine, il il 22% per le aggressioni degli “odiatori” da tastiera.
L’intrattenimento nella digital life
Nel campo dell’intrattenimento le piattaforme digitali sono usate dal 64,8% degli italiani per ascoltare musica e podcast (tramite Spotify, YouTube). Ma anche per guardare film e serie tv (Netflix, Prime), per leggere libri (Kindle, Google play), per seguire corsi di formazione.
La fruizione di questi contenuti, infati, è entrata a far parte della quotidianità. E se è vero che i più grandi utilizzatori sono i giovani, non mancano gli adulti, anche over 64. Ad esempio, la musica online è ascoltata dall’80,5% dei giovani e dal 36,8% di over 64; mentre il 36,1% dei giovani legge i libri in formato elettronico contro il 15,3% degli over 64. In base al titolo di studio, a preferire le piattaforme digitali sono i laureati.
Digital life anche nella Pubblica Amministrazione
Nell’ambito dei servizi legati alla Pubblica Amministrazione, la percentuale di utilizzatori si abbassa: il 50,5% degli italiani dichiara di accedervi online, l’11,3% dei quali con l’aiuto di un familiare, di un consulente o di un Caf. Mentre il 30,7% continua a preferire lo sportello “fisico” di un ente o ufficio interessato e un ulteriore 7,5% utilizza il telefono. In generale, solo il 32,7% dei cittadini ritiene che la digitalizzazione della PA abbia nettamente snellito la burocrazia, mentre il 46,3% pensa che i miglioramenti siano ancora poco rilevanti e il 21% che non ce ne siano stati affatto. Tra i servizi più usati, al primo posto c’è lo Spid, seguito dalla posta elettronica certificata, dai sistemi online di prenotazioni delle visite mediche, dall’App IO e dalla firma digitale.
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