Vittorio Lupoli. Pensionato delle Poste, dopo 40 anni di servizio di cui 5 presso l’Ippodromo di Aversa. Sposato, 2 meravigliose figlie da sempre amante della scrittura si diletta a scrivere su vari argomenti. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Aversa (Ce).
• Perché non sono nato una rondine: essa è bella a vedersi, infonde tranquillità è principalmente libera. Il suo armonioso volare rallegra i cuori, fa gioire i bambini, fa sognare ed immaginare luoghi lontani che essa raggiunge a scadenza già stabilita.
• Perché non essere un passerotto: il più fragile fra gli uccelli, il più indifeso; ma quanta tenerezza infonde.
È sempre presente, lo vedi volteggiare tra un albero e l’altro, su di un filo o palo elettrico, poggiarsi, sui prati, viene sul davanzale della tua finestra, sui terrazzi, sui tetti. È amico dei bambini; il suo stridulo, festoso cinguettare ti rallegra l’animo. Sembra chiedere così’ poco alla natura, ma in essa si identifica compiendo la magnificenza di Dio.
• Perché non essere nato un cavallo: tra gli animali il più bello. Maestoso, armonioso in ogni sua angolazione, forte, potente, caparbio, amico. A volte si sacrifica per te sino alla morte. È disponibile in ogni circostanza, chiede poco, dà molto. Non vedi, quindi, in esso tutto quanto desideri essere?
• Perché non essere una farfalla: oh quanta grazia sprigiona il fruscio leggero del suo volo, la bellezza incomparabile dei sui colori, e l’appoggiarsi con delicatezza sui fiori quasi a sfiorarli, confondendosi con essi diventando un sol corpo… e ti porta, così a sognare e a desiderare cosa vorresti per la vita e non puoi!
• Perché non essere un albero, una collina, una solida roccia, un lembo di mare, una piccola spiaggia, una nuvola, una goccia di pioggia, un batuffolo di neve, un fiore, un filo d’erba, confondersi così con la natura, entrare a far parte di essa in tutt’uno con l’infinito che ti circonda e prendervi parte e godere dell’armonia del Creato.
NO, tutto quanto non è, non è stato, non sarà, non è possibile!
Allora chi sono? Perché sto qui? – Sono il più piccolo fra i granellini di sabbia e di questo meraviglioso Universo di cui avrei voluto far parte, confondendomi con esso in un eterno abbraccio.
Ma Tu mi hai dato una vita… a termine! E con essa un’intelligenza che mi allontana dalla natura che tanto amo.
Allora io penso, ragiono, piango, sorrido, amo, odio, parlo, scrivo, sono buono, sono cattivo, razionale e irrazionale, disponibile o meno, e così fino alla morte.
Ma perché condizionarmi in questa pur breve e fugace esistenza? Perché dettare leggi e poi infondere in me sentimenti insostituibili?
Ed ecco presentarsi l’eterno dilemma: il bene – il male. Ma perché il male? Non capisco, non riesco a capire!
Io voglio amare, voglio donare, voglio essere disponibile con tutti e in qualsiasi momento.
Ma ecco ancora e sempre presentarsi immutabili le regole della vita. Ma quali regole? Chi le ha dettate?
NO, no, è impossibile: mi rifiuto accettarle.
Meglio essere un non essere, meglio appartenere alla natura: essa muta di continuo, ma si ritrova, si ritrova sempre in perfetta armonia con sé stessa.