In Italia, nel 2023, si sono verificati più di 166.000 incidenti stradali con oltre 3.000 decessi e 220.000 feriti. È quanto ci dicono i dati ACI e ISTAT. Nel resto dell’Unione Europea, secondo Eurostat, nel 2022 si è verificato un incremento delle vittime della strada del 3,6% rispetto al 2021.
Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, ha presentato il report sugli incidenti stradali in occasione della Giornata delle vittime della strada.
Vittime della strada nell’UE: in aumento nel 2022 dopo un lungo declino
Secondo gli ultimi dati Eurostat, nel 2022, il numero totale di vittime della strada nell’UE è salito a 20.889. Si tratta di un aumento del 3,6% rispetto al 2021. Sono stati registrati, in media, 46 decessi stradali per milione di abitanti. I tassi di incidenza più elevati riguardano Alentejo (149 vittime della strada per milione di abitanti) in Portogallo e Notio Aigaio (131) e Ionia Nisia (127) in Grecia.
Nello stesso anno 21 regioni hanno fatto registrare un’incidenza delle vittime della strada inferiore a 25 per milione di abitanti. È Åland, in Finlandia, a non riportare morti sulle strade (0). I tassi di incidenza più bassi sono stati osservati anche nella regione svedese di Stoccolma (7), nella regione austriaca di Vienna e in quella tedesca di Berlino (entrambe 9).
In dieci anni le vittime della strada si sono ridotte dell’80% nelle regioni UE
In più di 4 regioni su 5 dell’UE il tasso di incidenza delle vittime della strada è diminuito tra il 2012 e il 2022. Il calo più rapido è stato riscontrato nella remota regione svedese di Norra Mellansverige (-62,9%), mentre anche la Małopolskie in Polonia e Salisburgo in Austria hanno registrato una riduzione di oltre il 60%.
Per contro, in 37 regioni dell’UE il tasso di vittime della strada è aumentato in questo periodo. Gli aumenti più elevati delle vittime della strada con almeno il 50% sono stati registrati in Cantabria in Spagna, Severen tsentralen in Bulgaria, Voreio Aigaio in Grecia, Região Autónoma dos Açores in Portogallo e Malta (dove il tasso è più che raddoppiato).
La situazione in Italia: i dati Istat-Aci aggiornati ad ottobre 2024
Secondo i dati Aci-Istat, nel 2023, sulle nostre strade si sono registrati 166.525 incidenti con lesioni a persone (165.889 nel 2022, +0,4%; 172.183 nel 2019, -3,3%). Questi hanno causato 3.039 decessi (3.159 nel 2022, -3,8%; 3.173 nel 2019, -4,2%) e 224.634 feriti (223.475 nel 2022, +0,5%; 241.384 nel 2019, -6,9%). In media, rispettivamente, 456 incidenti, 8,3 morti e 615 feriti ogni giorno.
Le statistiche provinciali – elaborate da ACI e Istat – mostrano, nel 2023, un lieve miglioramento nel numero delle vittime. Aumentano, invece, seppure in misura contenuta, incidenti e feriti. Rispetto al 2019 – anno scelto come riferimento per l’obiettivo 2030, fissato dalla Commissione Europea con il programma “Road safety policy framework 2021-2030” (riduzione del 50% del numero di vittime e feriti gravi) – 42 province su 107 hanno fatto registrare un aumento del numero dei morti sulle strade. Nel 2023 la riduzione delle vittime rispetto all’anno di riferimento è ancora contenuta e pari al 4,2%.
Le Regioni con la più alta diminuzione – in valori assoluti – dei decessi sono state Piemonte (-63), Emilia-Romagna (-32) e Lombardia (-25). Tre le Regioni in cui si è verificato il maggiore decremento percentuale dei decessi: Valle d’Aosta (-50%), Basilicata (-41%) e Piemonte (-26%). Il maggior aumento di vittime in valori assoluti è stato registrato in Calabria, (+35), Sicilia (+15) e Abruzzo (+13). L’aumento più alto, in termini percentuali, è stato rilevato in Calabria (+47%), Abruzzo (+22%) e Molise (+14%).
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità sulla sicurezza stradale
Anche il nostro Istituto Superiore di Sanità monitora la situazione con riferimento all’uso dei dispositivi di sicurezza in auto e moto da parte degli adulti. Secondo gli ultimi dati, tra gli intervistati, l’uso della cintura di sicurezza anteriore in automobile, è diffuso. Non raggiunge però la copertura totale richiesta dalla legge. Prima del biennio 2020-2021 più di 8 intervistati su 10 dichiaravano di usare sempre la cintura anteriore viaggiando in auto come guidatori o come passeggeri sul sedile anteriore. Il dato si conferma anche nel 2023.
Al contrario, l’uso della cintura posteriore è sempre stato molto meno frequente. Fino al 2015 solo circa 2 intervistati su 10 riferivano di indossarla sempre. Da quella data il trend è in aumento, in ogni parte d’Italia e per tutte le fasce di età e sesso. Nel 2023 questa quota è più alta e il 34% degli intervistati dichiara di usarla sempre quando viaggia in auto.
Appare consolidato l’uso del casco in motocicletta e in motorino. Circa il 96% degli intervistati, che nei 12 mesi precedenti l’intervista hanno viaggiato su una moto come guidatori o passeggeri, dichiara di averlo indossato sempre.
Sicurezza stradala, c’è un divario tra Nord e Sud
Questi dati sono valori medi nazionali. Le differenze geografiche sono ampie e significative e disegnano un chiaro gradiente Nord-Sud a sfavore delle Regioni meridionali. Questo riguarda sia per l’uso delle cinture in auto (l’uso costante delle cinture posteriori in auto è nel 2023 del 19% nel Sud vs 54% nel Nord del Paese) che del casco in motocicletta/motorino (92% nel Sud vs 98% nel Nord, dato 2023). Le stesse differenze sociali modificano il comportamento: persone meno istruite o con minori risorse economiche usano meno i dispositivi di sicurezza alla guida.
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