Oltre a favorire l’assorbimento di calcio e fosforo, mantenere le ossa in salute e agire positivamente sul sistema immunitario, la vitamina D aiuta anche nella prevenzione di ictus e demenze.
A dirlo sono i risultati di un nuovo studio genetico sviluppato dal National Health and Medical Research Council nel Regno Unito, che hanno dimostrato una correlazione fra la carenza di questa vitamina e lo sviluppo di patologie degenerative come l’Alzheimer.
La ricerca
I ricercatori hanno analizzato i dati di circa 295 mila partecipanti alla British Biobank, una banca dati biologica nata per studiare le predisposizioni genetiche e le esposizioni ambientali. Hanno così esaminato l’impatto dei bassi livelli di vitamina D nel sangue e il rischio di ictus e demenza. In alcuni contesti, in cui la carenza è relativamente comune, i risultati hanno evidenziato una correlazione forte con lo sviluppo di queste patologie. Un quadro clinico che nel 17% dei casi si sarebbe potuto evitare aumentando i livelli di vitamina D.
Ciò non significa che alla demenza non concorrano anche altre cause, ma che bisognerebbe tenere conto dell’importanza della giusta esposizione solare anche in età avanzata. La vitamina D infatti può essere sintetizzata dal nostro organismo proprio in questo modo. E anche se in Italia il sole non manca, pare che il 70% della popolazione italiana sia sotto i livelli minimi di questo prezioso alleato naturale. Mentre si stima che nel mondo oltre 55 milioni di persone soffrano di demenza, con una media di circa 10 milioni di nuovi casi diagnosticati all’anno. Due dati che andrebbero approfonditi maggiormente sondandone le correlazioni.
Fare scorta di vitamina D
Ma è possibile “fare scorta” di vitamina D. Per una corretta produzione attraverso i raggi solari, infatti, è importante esporre la pelle al sole per almeno trenta minuti al giorno, con un’intensità tale da provocare un leggero arrossamento, anche se l’esposizione deve essere accompagnata dall’uso di un buon fattore di protezione e non occorre restare al sole nelle ore più calde. Per assicurarsi una buona dose di vitamina D si possono anche consumare cibi che ne sono ricchi come pesci grassi, funghi secchi e uova, e, dietro consiglio medico, valutare l’utilità di eventuali integratori.
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