In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne appena trascorsa, l’ENPA-Ente Nazionale Protezione Animali chiede di riconoscere la crudeltà sugli animali come indicatore di pericolosità sociale. C’è un’inquietante connessione tra violenza sugli animali ed episodi di violenza domestica e di genere.
Un filo “rosso sangue” collega la violenza sugli animali con quella di genere. Lo dimostrano alcuni dati. Il 68% degli autori di reati di lesioni e maltrattamenti in famiglia aveva maltrattato o ucciso animali da adulto. E ancora: le donne vittime di violenza domestica sono esposte a violenze 7,6 volte di più nei contesti in cui gli animali sono minacciati o maltrattati.
È quanto emerge da uno studio condotto da LINK-ITALIA – Associazione di Promozione Sociale – e il Corpo Forestale dello Stato su 682 detenuti. Data la connessione Enpa, insieme a LINK-ITALIA, ha chiesto di riconoscere la crudeltà sugli animali come un indicatore di pericolosità sociale. Tra le proposte c’è quella di estendere il Codice Rosso ai reati contro gli animali, per garantire interventi tempestivi. Ma anche quella di rafforzare la prevenzione con strumenti legali che trattino la crudeltà sugli animali come una minaccia per la sicurezza pubblica.
Spesso gli animali sono maltrattati o uccisi all’interno del contesto affettivo con i loro proprietari
“Sono anni – ha dichiarato Carla Rocchi, Presidente nazionale di ENPA – che evidenziamo due aspetti cruciali: da un lato, la pericolosità sociale di chi maltratta o uccide gli animali, dall’altro, il ruolo sempre più centrale che gli animali di affezione rivestono nelle famiglie. In casi come questi, purtroppo, gli animali seguono la tragica sorte dei loro compagni umani. Luna, uccisa barbaramente insieme alla sua umana dal marito, agli occhi dell’aggressore, rappresentava un’estensione della vittima stessa. Purtroppo, il nostro ufficio legale, con l’avvocato Claudia Ricci, si occupa di numerosi casi in cui gli animali vengono maltrattati o uccisi all’interno del contesto affettivo, insieme ai loro proprietari. Nel 90% dei casi, le vittime sono donne, bambini o persone fragili, percepiti dagli aggressori come bersagli perché simboli di amore e affetto. In questo senso, il coinvolgimento di Enpa nei processi è fondamentale: oggi più che mai, la tutela degli animali è strettamente legata alla protezione delle persone, e viceversa”.
La crudeltà sugli animali, un’escalation che culmina in aggressioni fisiche
“La crudeltà sugli animali – afferma Claudia Ricci, avvocato Enpa – rappresenta un’escalation della violenza che spesso culmina in aggressioni fisiche alle donne. Trattare questi segnali con la stessa attenzione di un codice rosso può prevenire tragedie. Nei casi di violenza femminile i carnefici colpiscono gli animali per ferire la loro vera vittima che può essere la loro fidanzata, moglie o ex compagna”.
“Uno degli ultimi casi che abbiamo seguito – prosegue -, è quello di Green, gatto massacrato a Chioggia quest’anno. L’aggressore lo ha ucciso per gelosia nei confronti della fidanzata, il gatto le era stato regalato dall’ex fidanzato, dimostrando quanto la violenza sugli animali sia un mezzo per colpire chi è vulnerabile. A Velletri, nel 2021, un uomo ha strangolato il cane della compagna davanti ai suoi occhi dopo averla aggredita fisicamente. A Gela nel 2022, due cani sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco dall’ex compagno di una parente della vittima. E come non pensare a Snoopy, il cane seviziato e ucciso dal compagno della fidanzata a Pistoia nel 2023. Un caso ancora aperto che aspetta giustizia. Ogni volta che un animale subisce violenza, non si tratta mai solo di una vittima: è un grido d’aiuto che deve essere ascoltato prima che sia troppo tardi”.
La crudeltà sugli animali, un campanello d’allarme che preannuncia tragedie più gravi
Queste storie mettono in evidenza come la crudeltà sugli animali sia un campanello d’allarme che spesso preannuncia tragedie più gravi. Per questo l’impegno di ENPA è che la giustizia riconosca tali reati nella loro gravità. Diventa essenziale una sensibilizzazione sociale più profonda per interrompere il ciclo della violenza. “Colpire un animale – conclude Carla Rocchi – è un atto che ferisce più vittime contemporaneamente. È ora di trattare la crudeltà sugli animali con la gravità che merita”. Un passo deciso verso una società che protegga i più vulnerabili è necessario oggi più che mai.
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