Il report sulla violenza di genere del primo semestre del 2021, dal titolo “Vite violate“, riporta l’andamento dei crimini commessi tra gennaio e giugno. Sono 54 donne le donne uccise nella prima metà dell’anno. Il periodo prende in esame un momento storico di particolare originalità: il lockdown – la chiusura totale come misura per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19.
Dalla lettura delle 24 pagine del report sulla violenza di genere “Vite violate”, dffuso sul sito del Ministero dell’Interno e realizzato dal ‘Servizio Analisi Criminale’, emerge un calo numerico dei reati del 2020 ma con numeri ugualmente drammatici. Secondo lo studio, condotto dal polo per il coordinamento informativo anticrimine, nel primo semestre del 2021 si sono registrati 123 morti ammazzati.
La violenza di genere nei reati ‘spia’ nel primo semestre 2021
Atti persecutori, maltrattamenti contro familiari o conviventi e le violenze sessuali: sono questi i reati ascrivibili nella categoria ‘spia’. In questo ambito si registrano, nel primo semestre dell’anno in corso, 19.218 reati, a fronte di 20.764 del 2020. Da gennaio a giugno diminuiscono anche gli omicidi (141 nel 2020 – 132 nel 2021). In ambito familiare o affettivo, invece, il numero dei reati aumenta: 77 episodi nel 2021 e 72 l’anno precedente.
E ancora in ambito familiare sono 48 le donne uccise nei primi sei mesi del 2021 contro le 55 vittime del primo semestre del 2020. Nei 2/3 dei casi a ucciderle è il partner o l’ex partner. Tra le pagine del report “Vite violate” emerge un altro dato importante nella sfera relazionale tra la vittima e l’autore: autori italiani uccidono l’83% di vittime italiane, nel 5% dei casi gli autori sono stranieri; nel restante 12% dei casi l’autore è ancora sconosciuto.
Le vittime straniere, invece, nel 91% dei casi hanno trovato la morte per mano di cittadini stranieri, nel 9% di italiani. Nel periodo 2021, il 44% delle donne ucciso per “lite/futili motivi”; nel 2020 si attesta predominate lo stesso movente, con il 38% dei casi.
Vite violate per mano di connazionali nel 97% dei casi
Come riporta il report sulla violenza di genere del primo semestre del 2021″in ambito familiare o affettivo, la percentuale di donne italiane uccise da connazionali raggiunge il 97%, mentre le donne straniere sono state uccise, nella totalità dei casi, da stranieri”. E ancora “sia nel primo semestre 2020 che in quello 2021, quasi tutte le vittime aggredite mortalmente con armi bianche o improprie”.
L’analisi su base regionale degli omicidi volontari con vittime donne, evidenzia che nel periodo 2021 la Lombardia (8) e il Lazio (7) sono le regioni col maggior numero di vittime donne, tutte uccise in ambito familiare/affettivo.
Il catcalling in Italia
La relazione del ‘Servizio Analisi Criminale’ menziona anche il catcalling. Il testo spiega che “in Italia, così come in molti altri Paesi, questo fenomeno non è ancora considerato una fattispecie di reato autonoma”. Il termine inglese allude alla volontà di attirare l’attenzione emettendo suoni come è in uso fare per i gatti. Nello specifico usando frasi sessiste, fischi, suoni di clacson. Numerose le iniziative promosse, anche da personaggi famosi, per debellare il fenomeno.
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