Nella cornice dell’Auditorium del MAXXI di Roma è giunto al termine il concorso internazionale di cortometraggi Corti di Lunga Vita. A guidare questa terza edizione è stato il tema “Tutta la vita”, scelto dall’Associazione 50&Più insieme al Maestro Paolo Virzì.
Anche quest’anno il concorso ha previsto l’assegnazione del Premio 50&Più, riservato agli iscritti all’Associazione e alle 50&Più provinciali. Dopo aver valutato le 10 opere partecipanti, le 50&Più provinciali hanno assegnato il premio in denaro, del valore di 2.000 euro, al cortometraggio Niente è come sembra di Vincenzo D’Amuri. L’ottantaquattrenne leccese è il regista più anziano di questa edizione: socio molto attivo per 50&Più, D’Amuri insegna anche Lingua e Civiltà inglese all’Università 50&Più di Lecce.
La sua opera si sviluppa come un dialogo a senso unico: nonostante gli sforzi fatti dall’anziano nell’intavolare un discorso con il suo vicino di panchina, infatti, questi sembra non prestargli attenzione, intento a leggere il giornale. Il senso di solitudine si acuisce insieme all’ostinata indifferenza del ragazzo. Ma, come suggerisce il titolo dell’opera, niente è come sembra ed è solo alla fine del video, in cui si scopre che il giovane è sordomuto, che il messaggio emerge nella sua potenza: nonostante l’esperienza accumulata nel corso degli anni, non c’è un’età limite per trovarsi in situazioni nuove e inaspettate. Lo ha ribadito D’Amuri durante la premiazione: «Lo scopo della mia opera era proprio quello di mettere in evidenza un non-dialogo che, apparentemente, sembra dovuto all’incomunicabilità tra generazioni. Il finale, però, nasconde una sorpresa che è la rappresentazione di ciò che accade nella vita: anche se abbiamo vissuto tante esperienze, possiamo ancora sorprenderci e imparare dalle nuove situazioni. “Tutta la vita” per me è un continuo insegnamento».
Un cortometraggio che tocca con un briciolo di ironia molti temi vicini all’Associazione 50&Più, come ha spiegato il presidente nazionale di 50&Più Carlo Sangalli: «Il tema della solitudine che sembra vivere l’anziano di questo cortometraggio è un tema a noi molto caro ed è una delle battaglie combattute dalla nostra associazione. È per questo che ci impegniamo ad organizzare eventi come i Corti di Lunga Vita o le Olimpiadi che possano essere un’occasione per stare insieme e mettersi in gioco».
Un’opera, quindi, che invita a superare i luoghi comuni e la visione stereotipata che vede giovani e anziani su pianeti distanti, troppo lontani per poter dialogare, ma che suggerisce che ogni dialogo è possibile se non ci si ferma alle apparenze.
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