Internet e il mondo digitale sono entrati prepotentemente nelle nostre vite, e non c’è età anagrafica in grado di resistere a questi input costanti e in continua evoluzione.
In molti hanno provato ad attivare un campanello d’allarme, citando gli effetti negativi che i videogame, i social media, la musica online possono avere sulla vita e sulla psiche delle persone.
Non è un caso, infatti, che persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia inserito nella ultima classificazione delle malattie (Icd-11), nel capitolo dedicato ai disturbi mentali, il cosiddetto gaming disorder, ovvero la dipendenza da gioco online.
Eppure sarebbe riduttivo guardare soltanto ad una faccia della medaglia. È stato dimostrato che molti strumenti reperibili online possono essere un valido aiuto quando si tratta di allenare il cervello in maniera consapevole.
A trarne beneficio da questa pratica, ormai sempre più diffusa, sarebbero soprattutto le persone anziane, come dimostra una ricerca dell’Università della California a Irvine, pubblicata sulla rivista scientifica Pnas.
Protagonista dello studio in questione è stata Lumosity, una piattaforma online che offre programmi di allenamento giornaliero in grado di stimolare il cervello. Apprezzato da oltre 70 milioni di persone in tutto il mondo, il sito mette alla prova memoria e livello di attenzione grazie alla combinazione di più di 25 giochi cognitivi, proponendo sfide continue che si adattano ai risultati raggiunti.
Lo studio americano ha analizzato le prestazioni di circa 1.000 utenti tra il 2012 e il 2017: i giocatori sono stati divisi tra chi aveva un’età compresa tra i 21 e gli 80 anni e aveva completato meno di 60 sessioni di allenamento, e gli anziani tra i 71 e gli 80 anni che avevano completato almeno 1.000 sessioni.
Il risultato è stato significativo: i giocatori anziani più esperti eguagliavano, e a volte persino superavano, le prestazioni degli utenti più giovani che avevano giocato meno. Stando a questo studio il gioco online è una buona palestra per il cervello, visto che riesce a mantenere alte le capacità multitasking degli over 80.
Giocare fa bene, dunque, ma attenzione – come sempre – a non trasformare il gioco in una dipendenza.
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