Un nuovo modello di sanità incentrato sulla persona, con l’obiettivo di migliorare la qualità delle cure, la sostenibilità del sistema e il benessere dei professionisti. La “Carta di Udine” nasce da un progetto decennale, frutto di collaborazione tra istituzioni, università e aziende sanitarie.
Lo scorso 30 novembre si sono tenuti a Udine i primi “Stati generali itineranti per l’umanizzazione delle cure e il benessere organizzativo”, un evento di grande rilevanza per il futuro della sanità italiana. Organizzato dall’Università di Udine, dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dall’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (AsuFc) e dal Comune di Udine, l’evento ha portato alla presentazione della “Carta di Udine”, un documento scientifico che pone la persona al centro del sistema sanitario.
Una cura rivolta, soprattutto, alla persona
L’assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, ha sottolineato l’importanza di questo progetto, affermando che “La Regione, insieme all’Università di Udine e all’AsuFc, sosterrà la ‘Carta di Udine’: così, insieme, faremo un passo avanti nelle cure alle persone, concentrandoci nel dare una risposta non solo ‘a qualcosa’ ma soprattutto ‘a qualcuno’. L’umanizzazione della cura è un modello di civiltà”. Riccardi ha inoltre evidenziato la necessità di un cambiamento culturale, focalizzando l’attenzione non solo sulla cura, ma anche sulla prevenzione e sul benessere psicofisico e sociale del cittadino.
Un progetto nato nel 2023
Il progetto, ideato dal professor Massimo Robiony, direttore della Clinica Medica AsuFc, nasce da un percorso decennale. Iniziato nella sua clinica, il modello è stato poi esteso al dipartimento e, nel 2023, ha dato vita ad un master universitario di secondo livello in “Salute e umanizzazione delle cure nell’organizzazione e gestione del servizio sanitario nazionale”. Robiony ha spiegato che l’obiettivo è stato quello di “creare un nuovo modello di cura che restituisca agilità e qualità al sistema sanitario, rendendolo capace di affrontare le rapide trasformazioni sociali”.
I tre punti del documento
La “Carta di Udine” si articola su tre ambiti principali: l’umanizzazione delle cure in chiave moderna (13 punti che includono la presa in cura della persona nella sua interezza, la promozione della prevenzione, la cooperazione con il terzo settore e il benessere organizzativo); la qualità della cura centrata sul paziente; e un modello di cura con ricadute pratiche su ricerca, formazione, assistenza clinico-assistenziale e organizzativo-gestionale, e valutazione dei risultati.
Il rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton, ha definito il progetto “un cambiamento virtuoso che, puntando sulla coesione sociale, mira ad ampliare le professionalità di chi opera per la salute e a rigenerare il senso di appartenenza al nostro servizio sanitario, partendo proprio dal Friuli Venezia Giulia, modello di efficienza e qualità”.
L’iniziativa ha ricevuto l’adesione al Manifesto “Dignitas Curae”, che promuove un modello di cura centrato sui valori della medicina e sul benessere del paziente e del curante. Gli Stati generali hanno visto la partecipazione di numerose figure istituzionali, tra cui il ministro della salute Orazio Schillaci e il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, intervenuti con messaggi video. Schillaci ha sottolineato l’importanza di una sanità “più umana, innovativa e sostenibile”, capace di adattarsi ai nuovi scenari epidemiologici e demografici, mentre Fedriga ha evidenziato il potenziale del Friuli Venezia Giulia come laboratorio per questa sperimentazione, un progetto pilota scalabile a livello nazionale. L’iniziativa è stata insignita anche della Medaglia del Presidente della Repubblica.
Un approccio innovativo e sostenibile
La “Carta di Udine” si propone come un punto di riferimento per una sanità più umana, accessibile e capace di garantire il benessere della popolazione, aprendo un dialogo istituzionale itinerante sul territorio nazionale. Il progetto, inoltre, non richiede nuove risorse economiche, ma una riconversione di quelle esistenti, rappresentando un approccio innovativo e sostenibile.
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