«Sostenere la reazione e la ripresa del Paese, accompagnando le nuove generazioni. È questo il compito che spetta a chi ha i capelli bianchi».
Quella che stiamo attraversando è un’estate incerta, che con un occhio ha osservato un ritorno alla normalità, seppur ben diversa dal passato, tra green pass e abitudini individuali, e con l’altro occhio ha registrato una profonda insicurezza sul futuro. Non è semplice convivere con questa esperienza che ha messo in discussione la realtà che conoscevamo e, talora, anche noi stessi. E quando l’incertezza si trasforma in mancanza di fiducia le conseguenze sono dolorose e pericolose, prima di tutto nel mercato.
Tuttavia, la sfiducia non è l’unico modo di reagire ai tempi incerti. Esiste una seconda via, fatta di impegno, presenza e continui atti di coraggio: così l’incertezza si trasforma nella volontà di farne un momento di crescita. D’altro canto, Giacomo Leopardi diceva che «il forse è la parola più bella dell’italiano, perché apre possibilità, non certezze… non cerca la fine, va verso l’infinito». E sappiamo tutti bene che poi L’Infinito per Leopardi ha dato soddisfazioni non secondarie…
Così, in un certo senso, anche la nostra 50&Più “ha puntato all’infinito”, facendo dell’incertezza un’occasione per aprirsi a nuove possibilità e ad una rinnovata creatività: sono nati tanti progetti, locali e nazionali, dal nuovo format che viene presentato a Marina di Castellaneta, che unisce le Olimpiadi di 50&Più e Italia In…Canto, al formato ripensato di questa stessa rivista. Proprio 50&Più – Il valore dell’esperienza, che nelle sue pagine ha espresso in questi anni la voce collettiva del nostro sistema associativo e ha registrato nel tempo il racconto puntuale della nostra attività, doveva dare un segnale di innovazione con risposte alle nuove esigenze dei lettori e, magari, la capacità di porre nuove domande di crescita, tra informazione, impegno sociale, appartenenza, cultura.
Se l’esperienza insegna, per imparare bisogna infatti mettersi in gioco. E non conta l’età, che invece comporta una responsabilità supplementare proprio in questa fase storica. La fascia di popolazione che la nostra Organizzazione rappresenta ha infatti oggi il compito di sostenere la reazione e la ripresa del Paese: una reazione che è certamente sulle spalle e nelle gambe delle nuove generazioni, ma che senza il contributo dell’esperienza e la convinzione delle generazioni precedenti difficilmente può decollare.
D’altra parte, le stesse Olimpiadi hanno un motto significativo: “Citius, Altius, Fortius – Communiter”, più veloce, più alto, più forte – Insieme. Dobbiamo essere dunque più veloci, per tenere il passo con il cambiamento di un mondo che con il digitale ha compresso spazio e tempo in una nuova dimensione. Dobbiamo osare e saltare più in alto, come aspirazione di crescita materiale, ma soprattutto morale, perché non c’è ripresa autentica e durevole che non sia sostenuta da una vocazione etica. Dobbiamo diventare più forti, come persone, prendendoci cura di noi stessi e dei nostri stili di vita, ma anche come Paese, affrontando e risolvendo le grandi questioni che rendono il futuro più fragile. Ma, infine, soprattutto, dobbiamo farlo “communiter”, insieme. Perché solo così si vincono le gare e soprattutto, solo così, si esce migliori dalle crisi.
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