Gabriele Oreste Renato Valente. È nato a Milano e vive a Roma. Medico-specialista neurologo, è stato ricercatore presso il Policlinico Umberto I e docente presso l’Università ‘La Sapienza’. Oltre ad essere autore di numerose pubblicazioni scientifiche, ha scritto alcuni libri: La fabbrica del pensiero, I sogni di Luisella, Dieci racconti e Storia di una principessa. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta; nel 2021 ha vinto la Farfalla d’oro per la prosa.
“Perché non ti metti a scrivere un buon racconto invece di startene lì a fissarmi con quell’aria attonita? Ti conosco e credo che tu sia in grado di farlo”.
Era lo schermo scintillante del pc davanti al quale stavo seduto che mi fece questa proposta. “La fai facile tu! Scrivere un buon racconto è difficile, molto difficile… però mi hai provocato ed ora ci provo”.
Mi sono messo a battere sulla tastiera e come sempre quando scrivo le parole si palesavano come d’incanto sullo schermo senza che io me ne rendessi conto. Si materializzavano quelle parole una dopo l’altra ed alla fine un racconto ne è uscito.
Ma forse non è un buon racconto perché se lo fosse ci dovrebbero essere tante cose che non ci sono: ci dovrebbe essere il senso di una storia d’amore che ho sognato ma mai vissuto e me ne dispiace e poi ci dovrebbe essere la retorica di un tramonto che non serve a nulla se non a sé stesso e a rimanere nel bagaglio dei miei ricordi.
Se questo fosse un buon racconto ci sarebbero i visini paffuti ed attoniti dei bimbi che incrocio per strada e mi guardano perplessi dai passeggini quasi fossi un inutile essere estraneo ed ancora manca l’ironia che traspare dai volti dei giovani che hanno fiducia nella vita e con entusiasmo credono nel futuro ma non sanno che spesso il futuro non crede in loro.
Forse per farne un buon racconto avrei dovuto metterci l’imbarazzante sorriso di quella ragazzina ROM che chiedeva l’elemosina ed alla quale regalai una banconota da cinque euro, ma io di quel sorriso non riuscii a capire il significato più profondo.
Nei buoni racconti ci devono essere tante cose che qui non ci sono: ci dovrebbe essere l’eleganza ingenua delle dolci ragazze innamorate che sorridono al loro amato.
Ed ancora manca in questo racconto il profilo del tempo che impietoso ci invecchia senza considerare che avremmo ancora tante cose da dire, da fare, ma lui non lo sa e imperterrito continua a trascorrere.
Non c’è senso in un buon racconto che ha la pretesa di esserlo se non ci sono cose come queste.
E tanto, tanto altro ancora manca come il monito dello zainetto di un’anonima bambina migrante riempito di merendine che lei non assaggerà mai perché il mare le ha rubato la giovane vita, ma noi di quel monito non sappiamo far tesoro.
E manca ancora il ritmico ripetersi del rumore della risacca che impietosa cancella dalla sabbia le parole scritte da qualcuno che a quelle parole credeva. E il gratificante fruscio delle pagine sfogliate mentre leggi estasiato un buon libro che ti sta svelando la grandezza di uno scrittore.
Ma tutte queste cose interessano a pochi ed è forse questo il motivo per cui i buoni racconti sono rari. D’altra parte a ben pensarci a chi servono i buoni racconti? Forse a quei pochi come me che cercano di scriverli pur senza successo ed hanno la pretesa di saper leggere negli occhi, negli sguardi, nelle espressioni dei volti di tanti esseri umani e che sanno porsi domande, forse inutili, sul significato di quello che vedono, sentono e percepiscono.
Questo buon racconto mancato finirà probabilmente nel cestino della carta straccia ed è come se non l’avessi mai scritto e quindi nessuno lo leggerà: non ne sono contento, ma penso che la sua sorte sia inevitabilmente quella perché scrivere buoni racconti è difficile, molto difficile.
Gabriele Oreste Renato Valente. È nato a Milano e vive a Roma. Medico-specialista neurologo, è stato ricercatore presso il Policlinico Umberto I e docente presso l’Università ‘La Sapienza’. Oltre ad essere autore di numerose pubblicazioni scientifiche, ha scritto alcuni libri: La fabbrica del pensiero, I sogni di Luisella, Dieci racconti e Storia di una principessa. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta; nel 2021 ha vinto la Farfalla d’oro per la prosa.