Con i primi giorni di ottobre è iniziata la campagna di vaccinazione antinfluenzale, che – per la prima volta – si trova a “competere” con la circolazione del virus Covid-19. Proprio per questo il Ministero della Salute ha anticipato il calendario delle vaccinazioni e ha raccomandato alle Regioni di muoversi già a partire dai primi giorni di ottobre.
Tuttavia la partenza si è rivelata ormai in ordine sparso. Lazio e Campania, ad esempio, le hanno iniziate il 1° ottobre, l’Emilia Romagna le inizierà il 12 e la Regione Lombardia dopo la seconda metà di ottobre. Intanto, il Ministero della Salute ha rassicurato sul quantitativo di dosi necessarie per un’estesa campagna di vaccinazione contro l’influenza.
La vaccinazione negli adulti e negli anziani
Le problematiche della campagna di quest’anno sono state snocciolate nell’ultima Assise nazionale sull’immunizzazione dell’adulto e dell’anziano organizzata da HappyAgeing, Alleanza Italiana per l’Invecchiamento attivo. Durante l’incontro è stato persino presentato un piano di azione con precise richieste sia al Ministero della Salute che alle Regioni ed Asl per rendere più efficace il programma delle coperture vaccinali non solo contro l’influenza. Si è parlato infatti anche di vaccinazione antipneumococcica e anti Herpes Zoster (Hz), la cui copertura tra gli over 60 è molto bassa.
Non mancano ovviamente tante altre criticità. A cominciare proprio dai risultati della copertura vaccinale della passata stagione. Nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, infatti, si prevedeva di raggiungere tra gli over 65 e i gruppi a rischio inclusi nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) una copertura per la vaccinazione antinfluenzale del 75% come obiettivo minimo perseguibile e del 95% come obiettivo ottimale. Era previsto anche un raggiungimento tra i 65enni di una copertura del 75% per la vaccinazione antipneumococcica e del 50% per la vaccinazione anti Herpes Zoster (HZ).
«Ma la copertura vaccinale dell’antinfluenzale nel periodo 2018-2019 è stata solo del 53,1%, mentre non sono note le coperture vaccinali su base nazionale dell’antipneumococcica e dell’anti Herpes Zoster», ha spiegato Michele Conversano, presidente del Comitato Tecnico-Scientifico di HappyAgeing.
È anche per questa assenza di informazioni chiare che l’Alleanza chiede alle Regioni e alle Asl di istituire urgentemente l’anagrafe vaccinale dell’adulto e dell’anziano, condivisa tra Dipartimenti di Prevenzione, Medici di Medicina Generale e Medici Specialisti. L’istituzione di un’anagrafe nazionale di questo tipo è stata prevista da un Decreto del Ministero della Salute del 17 settembre 2018. Ma la ripartizione dei fondi a livello regionale è avvenuta con il successivo Decreto del 15 luglio 2019, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 1° ottobre 2019.
Più adulti e anziani immunizzati contro l’influenza
Il fatto è che la Circolare del Ministero della Salute sulle vaccinazioni per l’influenza 2020-2021 prevede, già a partire da ottobre, un allargamento della platea di persone a cui è raccomandato il vaccino antinfluenzale. Si tratta dei bambini da 6 mesi a 6 anni, gli adulti a partire da 60 anni, gli operatori sanitari e gli anziani ospitati nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA).
Alla base di questo allargamento c’è stata proprio la circolazione del nuovo Coronavirus: una vaccinazione più estesa, dunque, dovrebbe consentire di ridurre i possibili malati di influenza stagionale – i cui sintomi iniziali sono simili a quelli provocati dal Covid-19 – e distinguerli più facilmente da quelli di Covid-19. Ma per raggiungere questi obiettivi serve una strategia complessiva: «Chiediamo al Ministero della Salute, alle Regioni e alle ASL – ha sottolineato Conversano – una chiamata attiva di adulti e anziani per tutte le vaccinazioni previste dal Piano Nazionale, l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari, cosa che alcune Regioni hanno già previsto, la gratuità per tutte le coorti previste dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, e dunque una rivalutazione degli indicatori Lea da parte del Ministero. Sarebbero state azioni necessarie già in passato, oggi, di fronte alla pandemia, lo sono più che mai».
Somministrazione dei vaccini, dove?
In questo caso, onde evitare intasamenti negli ambulatori o nei centri vaccinali, la proposta è quella di effettuare le vaccinazioni in luoghi alternativi, come nei palasport o in modalità “drive-in” (rimanendo in macchina). «L’importante è raggiungere l’obiettivo di immunizzare la maggior percentuali possibili delle coorti indicate dal Piano. Due della quattro vaccinazioni consigliate ai più anziani – spiega Conversano -, l’influenza e la polmonite da pneumococco, servono infatti a prevenire malattie respiratorie. Evitare di essere suscettibili a queste patologie permetterà di avere un sistema immunitario capace di rispondere meglio alla circolazione del virus ed evitare sovraffollamento nei Pronto Soccorso. Anche un’infezione da herpes zoster (HZ), tuttavia, pur non rappresentando un potenziale pericolo a livello respiratorio, comprometterebbe sicuramente le condizioni dell’anziano».
Ci saranno vaccini per tutti?
Visti i dati delle passate stagioni (53,1% contro il minimo atteso del 75%), Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, intervenuto al convegno, ha evidenziato: «È difficile fare una previsione di quante persone ricorreranno al vaccino antinfluenzale quest’anno». Le gare per l’acquisto delle dosi del vaccino antinfluenzale sono in mano alle Regioni, e le polemiche in questi giorni sui quantitativi ordinati non sono mancate. «Si tratta di un allarme eccessivo – ha affermato Rezza -. A fronte di circa 10-11 milioni di dosi acquistate dalle Regioni nella precedente stagione, quest’anno si è arrivati a 17 milioni, il 70% in più». Basteranno? «Per metterci in sicurezza, ed è quello che assicuro stiamo cercando di fare in questi giorni, è avere un surplus di dosi a prescindere dalle acquisizioni che le Regioni hanno fatto finora».
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