Sono i risultati del report di PASSI d’ARGENTO sulle ultime quattro campagne vaccinali. Nonostante l’inversione di tendenza della stagione 2019-2020, solo il 12,2% degli adulti sani e il 24% dei malati cronici fra 18 e 64 anni si è vaccinato; il 58% degli ultra 65enni senza patologie e il 65% di chi soffre di almeno una patologia cronica. Tutte percentuali al di sotto delle raccomandazioni sanitarie.
Nonostante un’inversione di tendenza nella campagna vaccinale 2019-2020, solo poche persone scelgono il vaccino antinfluenzale. Anche la pandemia ha convinto poco più del 12% degli italiani fra i 18 e i 64 anni. Sono questi i dati raccolti dal monitoraggio PASSI d’ARGENTO delle ultime quattro campagne vaccinali. Se però guardiamo a fasce di età più ristrette, la situazione è molto diversa.
Sicuramente – spiega il report – il ricorso al vaccino antinfluenzale fra le persone adulte di 18-64 anni non è molto frequente, anzi si è ridotto negli anni fino a toccare il minimo del 6,6% nella campagna vaccinale del 2015-2016. Poi, con l’inversione di tendenza degli ultimi anni, la copertura vaccinale è salita leggermente fino a raggiungere il 12,2% nell’ultima campagna 2019-2020. Addirittura, il vaccino è “molto raro” prima dei 50 anni di età: non supera infatti il 5% della popolazione.
Anche fra i malati cronici, adesioni basse rispetto alle raccomandazioni
PASSI d’ARGENTO evidenzia come anche fra le persone affette da patologie croniche il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale sia basso. Malgrado sia raccomandato. Nell’ultima campagna vaccinale 2019-2020, solo 1 persona su 4 fra i 18 e i 64 anni ha fatto il vaccino fra chi è affetto da malattie croniche come quelle cardiovascolari, diabete, insufficienza renale, malattia respiratoria cronica, tumore o malattia cronica del fegato. L’andamento delle vaccinazioni riflette quello generale, fino al massimo del 24% nel 2019-2020. Ma si è ancora molto lontano dai risultati attesi dalle autorità sanitarie. Più frequente il ricorso fra i diabetici: quasi 1 su 3 si è vaccinato contro l’influenza.
E fra gli over 65?
Con l’avanzare dell’età l’attenzione al vaccino antinfluenzale aumenta. I dati medi delle ultime tre campagne vaccinali (2017-2020) – spiega ancora il report PASSI d’ARGENTO – mostrano che la copertura vaccinale coinvolge il 58% degli ultra 65enni e fino al 72% degli ultra 85enni. Ma ancora “senza mai raggiungere i livelli di copertura raccomandati dal Ministero della Salute”. E questo anche fra i malati cronici nonostante la consapevolezza dei benefici: il 79% delle persone intervistate riferisce infatti di aver ricevuto il consiglio a vaccinarsi dal proprio medico di famiglia e/o da altre persone.
Se dunque il vaccino è raccomandato ad almeno il 75% degli affetti da malattie croniche over 65, la percentuale di chi ha assunto la dose stagionale è del 65%. Percentuale che raggiunge il 67% fra i cardiopatici. La copertura vaccinale resta dunque bassa, e comunque inferiore all’atteso, a tutte le età dopo i 65 anni e anche fra chi ne trarrebbe maggiore beneficio perché affetto da cronicità.
Fra Nord e Sud Italia, poche differenze
Se guardiamo ai territori, non ci sono differenze significative anche se il report rileva che il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale è mediamente più basso fra gli ultra 65enni residenti nelle regioni settentrionali (55% contro il 58% nel Centro e il 57% nel Sud-Isole). Non mancano però regioni del Sud Italia con coperture moto più basse della media, come Abruzzo e Sardegna. Nel Nord, fanalino di coda la Liguria, nonostante sia una delle regioni più “anziane” d’Italia.
Un segnale positivo nel lungo periodo
“Un segnale positivo – segnala il report – sembra comunque emergere dall’analisi dei dati di copertura vaccinale relativi alle singole campagne vaccinali”. Si passa infatti per gli over 65 dal 55% nel 2016-2017 al 63% dell’ultima campagna vaccinale 2019-2020. In particolare, la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2019-2020, segnata dall’escalation della pandemia da Covid-19, registra un aumento importante dell’adesione sia tra gli ultra 65enni senza patologie sia tra chi ha ricevuto almeno una diagnosi di patologia cronica.
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