Il 10 marzo di un anno fa l’Italia “chiudeva”. Diventavamo, per la prima volta, una grande zona rossa. Il resto lo sappiamo: giorni, settimane, mesi prima di ritornare ad una normalità “irreale”; i “Ce la faremo” dal balcone; gli “Andrà tutto bene”… Poi, una parentesi di normalità questa estate.
Si è trattato di una momentanea parvenza, però. Perché ad oggi, secondo i dati ufficiali – che per ovvie ragioni sottostimano la diffusione del virus -, un italiano su 20 è stato contagiato. Abbiamo “scavallato” la soglia dei 100mila decessi e nuove zone rosse si profilano all’orizzonte. Ora il problema sono le varianti. Si fa sentire sempre più forte il bisogno di un piano vaccinale che argini l’emergenza.
Il piano delle vaccinazioni sarà decisamente potenziato: le parole di Draghi
«La pandemia non è ancora sconfitta ma si intravede, con l’accelerazione del piano dei vaccini, una via d’uscita non lontana». Il premier Mario Draghi, in un recente videomessaggio, ha voluto ricordare la difficile situazione e dare, allo stesso tempo, un segnale di fiducia. Vista la complessità del momento, ognuno deve dare il suo contributo contro il virus, «ma soprattutto il governo deve fare la sua. Anzi deve cercare ogni giorno di fare di più».
Il pensiero va a chi, giorno dopo giorno, subisce l’emergenza sanitaria: lavoratori, studenti, famiglie, scuole e non solo loro. «Nel piano di vaccinazioni – ha proseguito Draghi -, che nei prossimi giorni sarà decisamente potenziato, si privilegeranno le persone più fragili e le categorie a rischio. Aspettare il proprio turno è un modo anche per tutelare la salute dei nostri concittadini più deboli».
«Il nostro compito, e mi riferisco a tutti i livelli istituzionali – ha aggiunto poi -, è quello di salvaguardare con ogni mezzo la vita degli italiani e permettere al più presto un ritorno alla normalità. Ogni vita conta. Non perdere un attimo, non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, ma rapide». Il riferimento è ovviamente alla necessaria accelerazione a cui va sottoposto il piano per distribuire i vaccini anti-Covid.
Un piano ambizioso, ma con numerose incognite
Se si tiene conto del tam tam mediatico, i numeri sulle dosi da inoculare hanno subito variazioni costanti negli ultimi giorni. Il sì del Ministero alla somministrazione di AstraZeneca è un’ulteriore novità che rimescola le carte in tavola e aggiunge un alleato in più nella lotta al Covid.
E anche se è complesso restare dietro alla sequela di dichiarazioni rilasciate da ogni attore in gioco, l’obiettivo resterebbe effettuare 60 milioni di somministrazioni entro fine giugno: 15 milioni con la doppia dose (quindi con completa immunizzazione); poco più di 30 milioni con una sola dose (con una protezione dunque parziale).
Mentre i vaccini anti-Covid Pfizer-BioNTech e Moderna saranno sempre impiegati per gli ultraottantenni e le categorie più fragili, AstraZeneca ha avuto l’approvazione per le persone con oltre 65 anni ma in buona salute. Al momento in cui scriviamo Janssen, il vaccino della Johnson & Johnson, attende ancora l’autorizzazione dell’Unione Europea. Dovrebbe arrivare a breve, in modo da essere impiegato anche in Italia. Entrambi – Janssen e AstraZeneca – saranno usati per la copertura vaccinale tanto dei lavoratori delle categorie a rischio quanto delle persone anziane (queste ultime fino ai 79 anni d’età e solo se in buona salute). Sullo sfondo, al momento, restano l’incognita Sputnik e i vaccini cinesi.
Vaccinarsi sì, ma dove?
Arriviamo al capitolo dei punti vaccinali: dove vaccinare nei tempi più brevi una popolazione numerosa senza creare assembramenti? L’organico del Generale Francesco Paolo Figliuolo, nuovo commissario all’emergenza, sarà rafforzato con 150 persone della Difesa. Ma anche la Protezione civile darà il suo supporto ovviamente. Per raggiungere i centri isolati, al momento sono disponibili 142 nuclei vaccinali mobili, ma l’idea è di raggiungere nel più breve tempo possibile le 200 unità.
Nella lotta contro il tempo per vaccinare l’intera popolazione, anche i medici di famiglia sono stati arruolati. Così come si pensa di utilizzare gli ambulatori dell’Inail per le piccole aziende. Ma bisogna sbrigarsi. Per ottenere l’immunità di gregge, infatti, sarà necessario vaccinare l’80% degli italiani. Lo ha detto il presidente dell’Accademia dei Lincei, Giorgio Parisi. Vista la velocità di contagio delle nuove varianti, per raggiungere l’immunità non basta più vaccinare “solo” il 60% della popolazione. Per questo, giovedì, nel nuovo incontro con le Regioni, si affronteranno tre temi cruciali: distribuzione, logistica e somministrazione.
Un lockdown pensato per la vaccinazione di massa
Si è tornato in queste ultime ore a parlare di un lockdown “forte”. Stavolta però non sarebbe da intendersi solo come una strategia per frenare la diffusione del Covid. Si tratterebbe in realtà di creare le condizioni per una campagna vaccinale sicura. Chiudere tutto infatti significherebbe evitare di far evolvere ulteriore varianti. Il Governo potrebbe quindi decidere a breve una nuova stretta. Le opzioni sono diverse: si va dall’anticipo del coprifuoco, oggi fissato dalle 22 alle 5 del mattino, anticipandolo alle 19 o al massimo alle 20 della sera; lockdown nei fine settimana; l’eventualità di una serrata dei negozi almeno nei territori dove sono chiuse le scuole.
Com’è cresciuta l’epidemia nelle ultime settimane: i dati del fisico Giorgio Sestili
Nell’ultima settimana – quella che va dal 1° al 7 marzo -, i casi di Covid nel nostro Paese sono cresciuti del 23% rispetto a quella precedente. Purtroppo, dopo sei settimane consecutive di discesa, anche i decessi stanno risalendo: +5,3%. Per Giorgio Sestili – fisico e fondatore della pagina Facebook “Coronavirus-Dati e analisi scientifiche” – è questo ciò che emerge analizzando l’andamento settimanale dell’epidemia in Italia. In media – ha spiegato Sestili – le variazioni nel numero dei decessi si registrano a circa 20 giorni di distanza dalle variazioni nel numero dei casi positivi. Dal 1° al 7 marzo c’è stato anche un incremento dei nuovi ingressi nelle unità di terapia intensiva con un +21%. La settimana precedente si era attestato al +22%.
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