Negli Stati Uniti, l’istruzione universitaria ha un costo altissimo. Molte famiglie della middle class si indebitano per pagare l’Università ai loro figli e i giovani laureati vivono i primi 10 o 20 anni della loro vita lavorativa condizionati dai debiti contratti negli anni di studio.
Per questo riveste una valenza più che simbolica il gesto di Robert F.Smith, 56enne imprenditore statunitense, che ha annunciato di voler pagare tutti i debiti universitari degli studenti laureati quest’anno all’università di Morehouse, storica università di Atlanta (Georgia). «A nome delle otto generazioni della mia famiglia che sono state in questo Paese, metteremo un po’ di carburante nel vostro bus», ha detto Smith al termine discorso tenuto per congratularsi con i neolaureati dell’università. «Questa è la mia classe, quella del 2019. E la mia famiglia ha deciso di fare un finanziamento per eliminare i prestiti degli studenti».
Smith è conosciuto per la sua attività filantropica, in particolare a sostegno della comunità afroamericana: è uno dei principali finanziatori del Museo nazionale di storia e cultura afroamericana di Washington. Quest’anno ha acquistato la casa natale di Martin Luther King (anche lui laureatosi a Morehouse) e l’ha donata al National Park Service, l’agenzia federale che si occupa della gestione dei parchi nazionali negli Stati Uniti.
Con la crisi economica dello scorso decennio la laurea, anche in college americani prestigiosi, ha smesso di essere una garanzia di trovare lavoro e, per molti giovani, pagare i propri debiti universitari è diventato un problema. La questione della cancellazione del debito degli universitari statunitensi è talmente cruciale nella politica americana da entrare anche nel dibattito elettorale per le elezioni presidenziali del prossimo anno. Elisabeth Warren, candidata alle primarie del Partito Democratico, lo ha inserito nel suo programma.
© Riproduzione riservata