Le persone che assumono costantemente cinque o più farmaci sono in crescita e si prevede che continueranno ad aumentare insieme all’aspettativa di vita e all’invecchiamento globale della popolazione.
E se è vero che le medicine – prescritte dal medico e assunte correttamente – contribuiscono a mantenerci in salute, con l’età aumentano anche i rischi di effetti collaterali. Le eventuali problematiche sono principalmente legati a deficit di metabolizzazione, soprattutto quando non si seguono le indicazioni degli specialisti.
Polipharmacy: la situazione in USA
Secondo un rapporto del Lown Institute, una realtà americana di esperti che si occupa di tematiche legate alla salute, il 42% di tutti gli over 65 degli Stati Uniti assume almeno cinque farmaci al giorno, e quasi il 20% ne assume dieci o più. Negli ultimi vent’anni, questo fenomeno che gli statunitensi chiamano “polypharmacy”, ovvero l’assunzione combinata e continuata di più medicine, è triplicato in tutto il paese, anche a causa di condizioni mediche croniche come i problemi cardiovascolari e l’osteoporosi.
Nel 1994, i senior americani che assumevano almeno cinque farmaci erano il 14% del totale. Mentre quelli che facevano uso di farmaci fra uno e quattro rappresentavano il 60% e coloro che non seguivano nessuna terapia, il restante 26%. Nel 2014 si è passati rispettivamente al 45% per chi assume almeno cinque farmaci e al 49% per chi ne usa da uno a quattro. al 9% per chi non ne fa uso.
La necessità di assumere più farmaci
“A volte – ha spiegato Grace Lu-Yao, epidemiologa alla Thomas Jefferson University di Philadelphia – è necessario prescrivere più farmaci contemporaneamente. Serve, ad esempio, per impedire che un paziente che ha già avuto un infarto rischi di averne un altro. Così il trattamento può includere farmaci che abbassino i livelli di colesterolo, riducano la pressione e servano da anticoagulanti.”
Il rapporto però mette in guardia sul fatto che negli Stati Uniti la necessaria “polipharmacy” (polifarmacia) sia ormai superata. Al punto che molte persone si ritrovano ad assumere più farmaci del dovuto. “A volte è la mancanza di comunicazione fra i diversi specialisti – continua Lu-Yao – che porta a nuove prescrizioni per disturbi che sembrano indicare nuove patologie e che spesso sono effetti collaterali di farmaci già assunti.”
I rischi della polipharmacy
Uno studio specifico ha analizzato i tassi di ospedalizzazione di pazienti con cancro alla prostata, ai polmoni e al seno dopo il trattamento chemioterapico. Rispetto a chi assumeva meno di cinque farmaci, i pazienti che ne assumevano di più raggiungevano tassi di ospedalizzazione più alti dopo la chemioterapia. Il dato, infatti, raggiungeva il 42% per chi usava tra i cinque e i nove farmaci e saliva al 75% tra coloro che ne assumevano tra i dieci e i quattordici. L’apice veniva raggiunto dai pazienti che utilizzavano oltre 15 farmaci visto che venivano ospedalizzati il 114% di volte in più dopo la chemioterapia. I pazienti con cancro al seno e ai polmoni avevano invece dati simili.
Dai numeri raccolti è emerso che ogni giorno 750 over 65 subiscono un ricovero a causa di effetti collaterali legati ai farmaci. E ogni medicinale aggiuntivo prescritto, purtroppo, aumenta il rischio dal 7 al 10%. Tenendo conto che la popolazione americana anziana aumenterà dell’81% entro il 2060, i possibili ricoveri legati ai farmaci potrebbero arrivare a 4,6 milioni già entro il 2030.
Le iniziative della Scozia in merito alla polipharmacy
Ovviamente non è semplice promuovere un sistema sanitario più equilibrato nel campo delle prescrizioni mediche. Anche se la Scozia ha intrapreso questa strada già dal 2012, con nuove linee guida.
Per aiutare i medici nel processo di prescrizione, è stata definita una tecnica in sette passaggi. Tra i vari step c’è l’incoraggiamento ad approfondire le diagnosi e a determinare, coinvolgendo il paziente, quali medicine siano realmente indispensabili. Inoltre, è bene cercare di tenere conto anche delle interazioni possibili fra più medicinali. Nei sei anni successivi si è così verificata una netta riduzione delle combinazioni di farmaci prescritte agli anziani. Tanto che si è raggiunto un totale di circa 120 mila farmaci sospesi perché non appropriati.
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