Si racconta che un giorno Diogene di Sinope uscì a passeggiare per il Foro di Atene tenendo in mano una lanterna accesa. A chi lo fermava per chiedergli il motivo di tale gesto, considerando che era pieno giorno, il filosofo rispondeva: «Sono alla ricerca dell’uomo». Già, l’uomo. Ma quale?
Se Diogene potesse accendere la sua lanterna in questo Ventunesimo secolo, probabilmente resterebbe colpito dal processo di cambiamento mostrato dalla figura maschile in questi ultimi decenni, un’evoluzione andata a braccetto con la trasformazione socio-culturale che ha investito soprattutto i Paesi occidentali.
L’uomo, identificato per secoli come il pater familias, nelle cui mani erano riposte le redini del proprio nucleo familiare nonché il potere sociale ed economico all’interno della comunità, ha lentamente cambiato pelle, seppure non per scelta personale ma a causa di un ribaltamento dei modelli comportamentali da parte delle donne. E se l’emancipazione femminile ha determinato la conquista di diritti sociali, economici e civili da parte delle donne, nell’universo maschile questa ha innescato reazioni diverse: da un lato, si è andati dalla destabilizzazione psicologica alla crisi identitaria del maschio, dall’altro, si è finalmente arrivati ad un rapporto paritario tra uomini e donne e, in caso di unione, alla condivisione con la compagna della gestione della famiglia e dei figli.
Ma in questo ventaglio di sentimenti e comportamenti che stanno governando l’uomo di oggi, ciò che può fare la differenza è l’educazione delle future generazioni: spingere l’acceleratore sulla trasmissione dei valori di uguaglianza di genere e tagliare alla radice tutti quei comportamenti discriminatori causa di violenza, anche fisica, nei confronti delle donne. Senza un cambiamento culturale, il “nostro” Diogene difficilmente riuscirà a trovare un uomo degno di tale nome.
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