Uno smartwatch per il Parkinson in grado di anticipare la diagnosi: il nuovo studio condotto nel Regno Unito.
Secondo uno studio condotto dal Dementia Research Institute dell’Università di Cardiff, nel Regno Unito, e pubblicato sulla rivista Nature Medicine, i dati acquisiti in una sola settimana sono sufficienti per prevedere la malattia anche sette anni prima che si manifestino i primi sintomi. Questa scoperta apre la strada a uno screening non invasivo e a basso costo per la diagnosi precoce di una patologia che attualmente si accerta quando il processo neurodegenerativo è in atto e ha già causato danni irreversibili al 50-70% dei neuroni motori.
Lo studio
I ricercatori hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per analizzare i dati di oltre 103mila persone che indossavano uno smartwatch. Lo strumento era in dotazione a un gruppo di soggetti che hanno preso parte a un progetto di ricerca della Uk Biobank nel 2016. Con questi dati, i computer hanno potuto diagnosticare il Parkinson in anticipo e con più precisione rispetto a quanto non accada con i marcatori clinici tradizionali basati sullo stile di vita, la genetica, la biochimica del sangue e i sintomi riferiti dai pazienti.
Movimento e qualità del sonno
Gli “orologi intelligenti” hanno monitorato per una settimana alcuni parametri come l’accelerazione dei movimenti e la qualità del sonno, consentendo di individuare chi ha la probabilità di sviluppare la malattia in futuro. In particolare è stato scoperto un modello di diminuzione della mobilità nelle persone con i prodromi del Parkinson, rispetto alle persone del gruppo di controllo. Il dispositivo è stato anche in grado di distinguere la malattia rispetto ad altri disturbi che potrebbero influenzare il movimento.
“Questa scoperta è molto importante – ha spiegato Cynthia Sandor, autrice dello studio – perché lo screening precoce dei segni di neurodegenerazione patologica legati al Parkinson potrebbe consentire la scoperta di terapie neuroprotettive e/o di studi clinici diretti al loro sviluppo. Considerando che circa il 30% della popolazione nel Regno Unito indossa uno smartwatch, questi dispositivi potrebbero offrire un modo economico e affidabile per individuare precocemente il Parkinson”.
L’importanza della diagnosi precoce
I primi, quasi impercettibili, segnali del Parkinson compaiono anche due decenni prima che avvenga una diagnosi clinica, ma purtroppo ad oggi non si è ancora riusciti a individuare un biomarcatore oggettivo facile da monitorare per uno screening della popolazione su ampia scala. Perciò le indagini avvengono quando lentezza, tremoti e rigidità muscolari sono già evidenti, ma a quel punto oltre il 60% dei neuroni che producono dopamina sono morti e le terapie possono solo essere sintomatiche. Attualmente infatti non ci sono trattamenti efficaci nel bloccare la neurodegenerazione.
In un contesto clinico, il monitoraggio continuo o semi-continuo delle persone non può essere ottenuto a causa di tempi, costi, accessibilità e sensibilità, mentre i dispositivi intelligenti sono in grado di raccogliere dati attraverso un accelerometro e soprattutto sono indossati quotidianamente da milioni di persone.
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