Il rispetto e la tutela dei diritti, soprattutto dei più fragili dipendono da ognuno di noi. Non lasciamo spazio all’indifferenza. Tutti siamo coinvolti in un processo di giustizia sociale.
La lotta alla povertà e alle tensioni sociali, la parità di genere, l’uguaglianza, il benessere di tutte e tutti devono essere al centro dell’agenda pubblica e politica del nostro Paese e, soprattutto, al centro del nostro impegno quotidiano. Febbraio è un mese particolarmente importante perché ci ricorda un appuntamento che mai come oggi diventa irrinunciabile: la celebrazione della Giornata internazionale della giustizia sociale, promossa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
L’epoca in cui viviamo ci mette costantemente alla prova: le crisi economiche e i conflitti lacerano un tessuto sociale già particolarmente provato in molte zone del pianeta. Noi siamo, senz’altro, ‘privilegiati’ perché abbiamo avuto la fortuna di nascere in una parte del mondo nella quale maggiori sono il benessere e le opportunità. Abbiamo per questa ragione il dovere di batterci perché in Italia e non solo ci sia sempre più una vera giustizia sociale. Una giustizia sociale che non sia quella proposta dai media, quella di facciata, ma sia concreta, che abbia prima di tutto un punto fisso: il rispetto e la tutela dei diritti di tutti e in particolare dei fragili e di chi si prende cura di loro. Di chi non mette insieme il pranzo con la cena, di chi non può permettersi le cure mediche, di chi ancora deve subire angherie per il colore della pelle. E ancora, di chi si deve nascondere per amore, di chi deve espatriare, anche lontano dalla famiglia, per cercare un lavoro o di chi al lavoro deve rinunciare perché si trova a un bivio, quello tra carriera e figli. Non pensiamo che tutto questo non ci riguardi o che non sia un nostro dovere intervenire perché tutti siamo coinvolti – certamente ognuno per il proprio ruolo – in un processo di giustizia sociale. E lasciatemelo dire, non dovremmo nemmeno aspettare che l’Onu ci fissi un impegno in calendario per agire.
Cosa può fare ognuno di noi? La risposta è semplice: tanto. Come prima cosa, è importante che nessuno si giri dall’altro lato e che le ingiustizie le veda, le ascolti. Parte da qui, esattamente dall’assunzione di questa consapevolezza, il nostro senso di responsabilità nei confronti del prossimo, nei confronti di chi non ha voce per chiedere il rispetto dei suoi diritti. Perché vedete, una società più giusta, più equilibrata – anche da un punto di vista economico e di ricchezza – è una società che i diritti li tutela sì, ma li protegge soprattutto e interviene quando vengono calpestati.
La giustizia sociale inizia da noi, da quanto siamo disposti a metterci in gioco per gli altri. Lo abbiamo fatto tante volte e lo faremo ancora perché dell’ascolto delle esigenze dei fragili abbiamo fatto il nostro impegno. Care amiche e cari amici, continuiamo così, percorriamo la strada che abbiamo tracciato da tempo con passi sempre più grandi e sempre più decisi. Andiamo avanti uniti, tutte e tutti, per una società dove l’equità e il benessere non siano un’eccezione ma diventino la regola.
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