L’Unesco chiede di inserire Venezia nella danger list dei patrimoni mondiali in pericolo. Colpa di un turismo sfrenato e della crisi climatica.
“C’era una volta Venezia”, sarà questo il futuro che attende la perla del turismo mondiale? Venezia, ponte tra Oriente e Occidente, sprigiona un fascino universale per i suoi monumenti e la sua storia millenaria. Sfuggita alla furia di Attila, rischia oggi di soccombere sotto i colpi delle speculazioni e della minaccia climatica. Sono queste, infatti, per l’Unesco le principali cause di danni irreversibili e gli allarmi che risuonano da tempo.
In fuga dalle calli
Niente indica più chiaramente lo stato di sofferenza di una città quanto l’abbandono dei suoi abitanti. Sono ormai meno di 50mila i veneziani che continuano a vivere nel centro storico della Serenissima e il processo pare inarrestabile: solo 20 anni fa, nel 2002, il capoluogo contava 64.000 residenti, nel 2012 era già sceso a 58.200. Si può dunque parlare di uno spopolamento in atto, favorito proprio dalla sua principale fonte di ricchezza. Venezia infatti si svuota ma è strapiena di turisti, responsabili dell’aumento dei prezzi degli stabili e del caro vita generale. Un fenomeno che rischia di trasformarla in un parco di divertimenti a cielo aperto.
Patrimoni mondiali in pericolo: la battaglia dell’Unesco
È impossibile accettare che un gioiello come Venezia sia in pericolo e così l’Unesco ha ammonito la città dei Dogi che oggi rischia di entrare nella sua lista nera. Qualcosa di simile era già successo nel 2021, prima che l’amministrazione cittadina proibisse il passaggio delle grandi navi da crociera fino a San Marco, dichiarando i canali monumento nazionale. Ma non poteva bastare, così come non bastano le barriere protettive davanti la basilica di San Marco o il sistema del Mose, oggetto di numerose polemiche per l’impatto ambientale nel lungo periodo. E così il prossimo settembre, durante l’incontro in programma a Ryad in Arabia Saudita, il Comitato del Patrimonio Mondiale voterà per l’inserimento di Venezia nel lungo catalogo dei patrimoni mondiali in pericolo.
La ricetta per salvaguardare Venezia
Entrare nella danger list, tuttavia, precisa il portavoce dell’Unesco, non deve essere considerato come un atto sanzionatorio, ma come uno strumento per “accelerare la mobilitazione degli attori locali, nazionali e internazionali”. Pertanto l’appello è rivolto alle Autorità, chiamate a “incrementare gli sforzi” per salvaguardarla dal “pericolo comprovato e dalle minacce che producono conseguenze nefaste proprio sulle sue caratteristiche peculiari”. Intanto, il numero di barche inquinanti nella laguna non accenna a diminuire. Per frenare l’impatto di un afflusso senza regole il Comitato chiede di tenere sotto controllo l’edificazione di immobili troppo alti per accogliere i visitatori. E la creazione di una “zona cuscinetto per preservare l’ecosistema ambientale e sociale”.
Una nuova strategia per il clima
Gli esperti insistono anche su uno studio più dettagliato relativo ai cambiamenti climatici alle cui conseguenze Venezia è particolarmente esposta. Basti ricordare la disastrosa acqua alta del 2019 e – per contrasto – a febbraio scorso la siccità estrema che ha prosciugato i canali, lasciando in vista le fondamenta dei palazzi. Da qui lo stop ai ”nuovi progetti su larga scala” e “nuove misure relative alla pianificazione, alla gestione e alla governance”. E l’appello a monitorare l’aumento “del livello del mare” e gli altri “fenomeni meteorologici estremi” legati al riscaldamento climatico che “minacciano” “l’integrità” del sito.
Un capolavoro troppo fragile
La notizia ha avuto una vasta eco rimbalzando sui media di tutto il mondo. Per la BBC Venezia rischia il declassamento da Serenissima a Molto Serena. The Art Newspaper si dice sicuro che senza i provvedimenti evocati non sopravviverà alla prossima generazione. Culla di un patrimonio artistico, paesaggistico e culturale che non ha eguali al mondo, la città adagiata su 118 isole collegate da 400 ponti, è entrata a far parte del Patrimonio universale dell’Unesco nel 1987. Ma proprio queste sue caratteristiche straordinarie la rendono al contempo uno dei luoghi più visitati, ma più fragili della Terra.
© Riproduzione riservata