Lo scorso 6 dicembre l’opera lirica italiana è diventata Patrimonio immateriale dell’Unesco.
La proclamazione ufficiale è avvenuta lo scorso 6 dicembre durante la riunione dei Paesi membri del Comitato in Botswana. Il canto lirico è stato riconosciuto Patrimonio immateriale dell’Umanità. Si tratta di un traguardo che arriva dopo un percorso cominciato nel 2011. All’epoca i cantanti lirici solisti si sono costituiti nell’associazione Cantori Professionisti d’Italia. In tal modo hanno aperto un confronto sul settore e puntato alla valorizzazione della musica e del teatro d’opera. Da questo gruppo è partita l’elaborazione di una prima bozza di dossier per la candidatura Unesco.
Le motivazioni che hanno reso il canto lirico Patrimonio dell’Umanità
Secondo la definizione dell’agenzia culturale delle Nazioni Unite, la lirica include la musica, il canto, la recitazione e le scenografie dell’opera. Sviluppatosi in Italia a partire dalla fine del Cinquecento, comprende tecniche che permettono di aumentare la diffusione della voce sfruttando gli effetti di risonanza prodotti dal corpo umano.
Il canto lirico, secondo la Commissione, ha portato una profonda connessione con l’identità nazionale, e ha consentito di diffondere la lingua italiana a livello globale. L’Italia, infatti, è la patria dell’opera lirica. Grazie a questa forma d’arte ha superato le barriere linguistiche e culturali, nonostante i cambiamenti nel corso della storia.
Ancora oggi, non a caso, gran parte dell’opera internazionale è cantata in italiano. Lo stesso termine “opera”, insieme ad altri come “adagio”, “crescendo” e “moderato”, è entrato nel linguaggio musicale ed è stato esportato nei vocabolari di diverse lingue.
Gli altri Patrimoni immateriali Unesco in Italia
Il Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità comprende le tradizioni, le pratiche sociali, i riti, le espressioni orali e le manifestazioni artistiche. Pertanto, può includere anche oggetti e relativi spazi culturali.
Fra le eccellenze italiane già riconosciute in passato dall’Unesco, c’è l’opera dei Pupi siciliani, ossia il teatro delle marionette nato in Sicilia all’inizio del XIX secolo, il canto a tenore sardo, un canto polifonico di origini nuragiche eseguito da quattro uomini che usano voci diverse, la sapienza artigiana dei liutai che ancora oggi creano strumenti musicali in legno assemblando ben 70 pezzi, l’arte dei muretti a secco.
Anche in ambito gastronomico non mancano i riconoscimenti: dalla ricerca e cavatura del tartufo all’arte del pizzaiolo napoletano, fino alla dieta mediterranea intesa come regime alimentare a base di cereali, legumi, frutta e verdura.
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