La Giornata Mondiale della Bicicletta è appena trascorsa. Un po’ in sordina, il 3 giugno scorso. Mai come quest’anno, però, si sente il bisogno di mettere da parte l’auto e regalarci quel senso di libertà che solo una bici sa dare.
La bicicletta, un modo per affrontare la terza età
“Da noi si è vecchi solo il giorno che non si può alzare la gamba sopra il sellino”. Così scriveva Cesare Zavattini in 7 Luglio. Il poeta si riferiva al gesto di montare in bici scavalcando con la gamba l’asta orizzontale del telaio. Ma qui rappresenta bene il problema dei propri limiti fisici e di come gli altri ci vedono. E soprattutto – cosa da non trascurare – la diffusione della bici tra i senior.
Ad una certa età le articolazioni cominciano col farsi sentire e non tutti gli sport sono adatti. La bicicletta invece è un’ottima soluzione per mantenere la mobilità senza gravare troppo articolazioni, legamenti e muscoli. Il movimento circolare infatti ha diversi vantaggi: tonifica, incrementa l’equilibrio, favorisce la circolazione, riduce la pressione, evita l’accumulo di peso, migliora la capacità polmonare. Inoltre, ha effetti benefici sull’umore grazie al rilascio di endorfine.
Essere ciclisti in Italia: pochi ma buoni
Secondo i dati più recenti dell’Istat sulle abitudini di spostamento, sono complessivamente 1.729.696 i residenti in Italia che scelgono le due ruote come mezzo di trasporto. Non sono tantissimi, è vero, ma neppure così pochi.
Sembra infatti che la bicicletta si stia riprendendo un po’ per volta lo spazio che le è stato tolto. Da simbolo di un’Italia che stentava, di classi sociali che non potevano permettersi una piena “motorizzazione”, a quello di un Paese che cerca di fare i conti con l’ambiente e la salute, che trova un’alternativa “green”. Oggi le nuove norme sul distanziamento sociale ci chiedono maggiore cautela e la bicicletta potrebbe rappresentare una valida alternativa.
Un’App “spaziale” per fare percorsi sicuri in bicicletta
Veniamo al dunque. È ormai alle porte – si dice entro la fine dell’estate – il lancio di un’App di navigazione per bici molto diversa dalle altre.
Sviluppata dalla società londinese Beeline, impiega sia dati spaziali che informazioni in crowdsourcing – cioè con la partecipazione degli utenti online – per suggerire percorsi alternativi. A realizzarla sono stati Tom Putnam e Mark Jenner, fondatori della società nonché appassionati ciclisti. Volevano produrre un servizio di routing (ovvero di indicazione di strade) alternativo a Google Maps, principalmente adatto alle auto, ma con un’aggiunta: consentire viaggi più sicuri e piacevoli. Come? Suggerendo percorsi meno trafficati e quindi meno soggetti al rischio di assembramenti.
Uno strumento utile anche in virtù delle nuove misure di distanziamento sociale per contenere il Coronavirus. L’App – che parte dalla preesistente Velo – si collega ad un dispositivo facilmente montabile sul manubrio della bicicletta che fornisce informazioni in modo chiaro.
Gps, crowdsourcing e Bluetooth: un sistema perfetto
Anche l’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea, partecipa al progetto. Oltre a impiegare il Gps per rilevare la posizione dello smartphone (e quindi della bicicletta), l’App fa infatti riferimento a mappe derivate dai satelliti per l’osservazione terrestre. Poi tutto viene combinato con le informazioni di crowdsourcing legate al feedback dei ciclisti. Infine, un algoritmo determina il modo più piacevole per giungere a destinazione.
Il sistema è intelligente: impara le preferenze dei singoli ciclisti e suggerisce persino percorsi personalizzati. Ma grazie al crowdsourcing questi possono essere continuamente aggiornati a mano a mano che si verificano cambiamenti. Il dispositivo montato sul manubrio è collegato tramite Bluetooth. Visualizza l’avanzamento del viaggio, le indicazioni di direzione, la velocità. In questo modo il ciclista può concentrarsi sulla strada. E sentire il vento tra i capelli.
(Foto: Esa)
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