Cosa vuol dire essere fragili per una persona anziana? Se lo sono chiesti anche all’Istituto Superiore di Sanità. Soprattutto alla luce degli ultimi dati riscontrati da “Passi d’Argento”, il sistema di sorveglianza sanitaria della popolazione italiana con più di 64 anni.
Attraverso i dati raccolti nel biennio 2016-2018 la fragilità tra gli over 65 è stata stabilita partendo dalla perdita di autonomia nello svolgimento di alcune attività strumentali e/o fondamentali della vita quotidiana. Pertanto, può essere definito anziano fragile anche l’individuo che, pur essendo autonomo in tutte le attività fondamentali della vita quotidiana (mangiare, vestirsi, lavarsi, recarsi da una stanza all’altra, essere continente, usare i servizi), non è invece autonomo nello svolgere due o più attività strumentali (cucinare pasti, fare lavori domestici, fare la spesa, assumere farmaci, fare il bucato, utilizzare i mezzi di trasporto, gestirsi economicamente, utilizzare il telefono).
Chi sono gli anziani fragili
Secondo l’indagine il 19% degli anziani nel nostro Paese è a rischio di fragilità. L’età sembra rendere più grave tale condizione. Riguarda soprattutto il 12% dei 65-74enni e il 30% tra gli ultra 85enni. Si associa molto allo svantaggio socio-economico: non a caso sale al 28% fra le persone con molte difficoltà economiche e al 24% tra quelle con basso livello di istruzione. È maggiore al Sud Isole (24%) che al Nord (13%).
Un’App per gli operatori sociali
Dati alla mano, l’Istituto Superiore di Sanità sta cercando di correre ai ripari. Per questo ha sviluppato un’App rivolta agli operatori socio-sanitari. Con questa si possono identificare tutti quei senior che hanno un maggior rischio di fragilità per via del loro scarso livello di attività fisica. In questo modo è possibile indirizzarli verso percorsi di attività fisica adatti alle loro condizioni.
L’App si basa sul questionario Physical activity scale for the elderly (Pase). A livello internazionale è impiegato per “misurare” l’attività fisica praticata dagli ultra65enni. Calabria e Umbria hanno fatto da apripista per questa tecnologia, in modo da eseguire uno screening di comunità e individuare gli anziani a rischio di fragilità e indirizzarli verso percorsi di promozione dell’attività fisica.
Combattere la fragilità fra gli over 65: i risultati positivi
Al termine della sperimentazione, sia da parte degli operatori che hanno utilizzato l’App sia da parte degli ultra65enni inseriti nei vari programmi di promozione all’attività fisica, il giudizio è stato favorevole. Lo stato di salute e benessere e i sintomi di depressione misurati all’inizio e al termine dello studio hanno fatto registrare significativi miglioramenti.
La vita media si sta allungando sempre più. È il risultato di importanti traguardi in campo diagnostico e terapeutico. Dall’altra parte, però, l’aumento dei senior – ormai principali utenti delle risorse sanitarie – impone maggiore attenzione verso la promozione di un invecchiamento sano e attivo.
Questo è possibile promuovendo l’attività fisica tra gli over 65 e solo identificando quella porzione di popolazione anziana più vulnerabile o a rischio di fragilità. La sedentarietà resta uno dei maggiori fattori predittivi della fragilità, come confermano i dati “Passi d’argento”. Prevenire e contrastare la fragilità negli over 65 passa anche attraverso la lotta alla sedentarietà e la promozione dell’attività fisica.
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