Godersi un film in televisione o al cinema, dedicarsi alla lettura di un libro, fare la spesa controllando bene i prezzi, ammirare le prodezze dei nipoti nei video sul telefonino. Sono alcuni dei vantaggi che si ottengono dopo un’operazione di cataratta.
Ma non sono gli unici. Ce ne sono altri due da non sottovalutare. Il primo: chi si sottopone all’intervento chirurgico che prevede la rimozione del cristallino opacizzato, riduce del 48% il rischio di incidenti stradali quando è alla guida di un’auto. Il secondo: dopo l’operazione, si dorme meglio.
Lo hanno dimostrato due studi recenti, condotti su un numero piccolo di persone, ma dai risultati significativi.
A valutare l’impatto dell’operazione agli occhi sulla sicurezza stradale è stato un gruppo di ricercatori australiani che ha misurato le performance al volante di 44 pazienti prima e dopo l’intervento. Il test sull’abilità di guida è stato condotto con un simulatore che ha messo alla prova gli automobilisti in diversi scenari virtuali ma estremamente realistici: pedoni che attraversano la strada, macchine che eseguono manovre impreviste, incroci senza semaforo, traffico impazzito, ecc. Insomma, il solito copione per chi usa la macchina in città. Ebbene, dopo l’operazione al primo occhio la percentuale di incidenti, avvenuti o sfiorati, si era ridotta del 35%.
Dopo l’intervento al secondo occhio, il numero totale diminuiva addirittura del 48%. I risultati, presentati al meeting annuale dell’American Academy of Ophthalmology, sono un esplicito invito a non indugiare troppo: correggere il difetto della vista sostituendo il cristallino opacizzato con lenti trasparenti rende le strade più sicure.
La cataratta è un normale processo di offuscamento del cristallino legato all’invecchiamento. In pochi ne vengono risparmiati: all’età di 80 anni la metà delle persone ne è affetta.
L’intervento è rapido, poco rischioso ed efficace. Perché rimandare? Anche chi non guida potrebbe ottenere benefici inaspettati dalla sostituzione del cristallino naturale con uno artificiale (il termine tecnico è lente intraoculare). Chi si opera di cataratta, infatti, dorme meglio.
Perché il ritmo sonno-veglia è regolato dalla luce e l’organismo va in tilt se ne viene percepita troppo poca. Un piccolo ma interessante studio pubblicato su Jama Ophtalmology è riuscito a dimostrare che la qualità del sonno ci guadagna correggendo il difetto della vista.
I ricercatori hanno reclutato 29 volontari tra i 55 e gli 80 anni di età, 13 dei quali si erano operati di cataratta. Gli altri 16 non erano stati sottoposti all’operazione e hanno partecipato alla sperimentazione come gruppo di controllo. Il monitoraggio del sonno è avvenuto grazie a uno strumento specifico, chiamato attigrafo che ha l’aspetto di un orologio da polso ma serve per registrare l’attività dell’organismo nelle varie fasi del sonno.
È uno strumento capace di stabilire quanto dura il sonno profondo. Dall’analisi dei dati del dispositivo è emerso che le persone che avevano subìto l’intervento di cataratta dormivano meglio degli altri, più a lungo e più profondamente. Inoltre, mostravano livelli più bassi di melatonina quando i loro occhi erano esposti alla luce del sole. Significa che il ciclo sonnno-veglia funzionava bene: quando c’è tanta luce l’ormone del sonno, la melatonina, viene infatti prodotto in quantità inferiori.
Con l’invecchiamento, la lente naturale dell’occhio si può opacizzare e per questa ragione la quantità di luce che raggiunge la retina viene drasticamente ridotta (in una persona anziana è circa dieci volte inferiore che in un adulto giovane). In sostanza il messaggio “c’è la luce, resta sveglio” oppure “è buio, vai a dormire” non arriva al cervello compromettendo così la regolazione del ritmo sonno-veglia.
La rimozione della cataratta permette alla luce di passare rimettendo in sintonia il corpo con l’avvicendarsi del giorno e della notte
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