L’Italia è un laboratorio importante per stabilire le relazioni tra l’uomo moderno e i suoi predecessori. I risultati dell’ultimo studio dell’università di Siena
I Neanderthal hanno convissuto a lungo sulla Terra con i Sapiens prima di scomparire, ma questo non è accaduto nel Sud Italia. Qui, secondo uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Nature Communications le due specie non si incontrarono mai. I Neanderthal, infatti, abbandonarono quelle aree ben prima dell’arrivo di Homo sapiens intorno a 43mila anni fa. La stessa ricerca evidenzia poi non una ma due ondate di flussi migratori di Sapiens. Ai primi gruppi di Sapiens, che svilupparono la cosiddetta cultura uluzziana 34.000/31.000 anni fa a Uluzzo, in Puglia, se ne sostituirono altri provenienti dal Nord Italia.
Gli scavi in Puglia e Campania
Il gruppo di ricercatori, guidato, tra gli altri, da Francesco Boschin e Adriana Moroni del DSFTA dell’Università di Siena è giunto alle conclusioni attraverso elaborate rilevazioni svolte su diversi siti in Puglia e Campania. In località come Grotta della Cala e Grotta di Castelcivita in Campania e Riparo L’Oscurusciuto e Grotta del Cavallo in Puglia, già note agli studiosi del Paleolitico, hanno dimostrato l’assenza di rapporti tra le due popolazioni. Una mancanza confermata anche dalle manifestazioni della cultura materiale che non presenta elementi comuni. Secondo la professoressa Adriana Moroni del DSFTA, sia i risultati delle datazioni radiometriche che i dati stratigrafici dimostrano che, con ogni probabilità, non vi furono contatti diretti tra le due popolazioni.
L’Europa preistorica, un crogiolo di culture
Tra 50 e 35 mila anni fa, le popolazioni locali dell’Eurasia occidentale furono progressivamente sostituite dagli esseri umani moderni (Homo sapiens) originariamente provenienti dal continente africano. L’Europa in questo periodo era caratterizzata da un caleidoscopio di entità culturali, che producevano una varietà di modalità di produzione di utensili in pietra, pratiche ornamentali e strategie di caccia, riflettendo diversi approcci tecno-culturali all’interazione con l’ambiente.
Le conclusioni
Per i ricercatori lo studio fornisce un quadro senza precedenti sugli ultimi Neanderthal e la comparsa dei primi Sapiens nel Sud Italia. Poiché sulla base degli studi genetici, l’incontro diretto tra Sapiens e Neanderthal è accertato, l’ipotesi formulata è che questi contatti non siano avvenuti ovunque con la stessa intensità e che vi possano essere state intere aree geografiche nelle quali ciò non è avvenuto. Esattamente come nel caso delle aree studiate del Sud Italia, in cui i due gruppi non si incontrarono direttamente o, per lo meno, non in modo abbastanza duraturo.
Il futuro della ricerca
L’importanza della ricerca si coglie nelle parole del professor Francesco Boschin del DSFTA, che la definisce “un passo significativo” nella comprensione delle dinamiche che governarono le trasformazioni culturali e genetiche dei gruppi umani che popolarono l’Europa nel Paleolitico. Una fase cruciale per la storia dell’Umanità che vide l’estinzione dell’Uomo di Neanderthal. La ricerca verrà replicata in aree dell’Europa orientale e dell’Asia centrale, nel progetto “Last Neanderthals”, vinto dalle Università di Bologna, Siena e Haifa. L’incontro e la convivenza tra Neanderthal e Sapiens, così come le cause che hanno portato all’estinzione dei primi, presentano ancora molti dubbi. Indagini come queste serviranno a far luce con sempre maggior chiarezza sugli albori dell’Umanità.
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