Per rilanciare il turismo in tempi di pandemia, è necessario attrarre. Lo sa bene la Contessa Leopardi che apre, ancor di più, la casa natale del Poeta a Recanati.
L’uscita del film Il giovane favoloso del regista Mario Martone nel 2014 sicuramente ha portato al grande pubblico una conoscenza più popolare del “natio borgo selvaggio” e del maggior poeta dell’Ottocento italiano, autore di Zibaldone, Canti e Operette Morali. Complici un Giacomo Leopardi interpretato dal bravo attore Elio Germano e una fotografia spettacolare ambientata tra i vicoli e le piazze della cittadina marchigiana.
La città di Recanati e la figura di Giacomo Leopardi erano molto probabilmente sino ad allora materia di “studio matto e disperatissimo” per gli studenti di ogni ordine e grado, soprattutto liceali. Ma quella fruizione al cinema e in tv le ha rese alla portata di tutti. Così che la figura del “gobbo pessimista” ha smesso di girare per le strette viuzze locali, volgendo lo sguardo all’Infinito.
Casa Leopardi
La città di Recanati e la casa natale del Poeta sono state illuminate in questi anni con forza dalla buona stella del turismo culturale. Un consistente aumento di visitatori, il rivitalizzarsi delle piazze, il sorgere di nuove strutture ricettive, la cura estetica delle vie del centro e lo stimolo di qualche iniziativa.
Complice il terremoto del 2016 prima e l’emergenza sanitaria da Covid19 poi, la tendenza ha purtroppo subito qualche contraccolpo. Ma non sono mancate le “contromisure” messe in atto dall’erede del Poeta, oggi alla guida di Casa Leopardi. La contessa Olimpia Leopardi, vulcanica cinquantaquattrenne che ha dedicato la propria vita a rendere onore ai propri natali e all’illustre avo.
Soprattutto ora che le scolaresche non hanno ancora ripreso le gite d’istruzione, la meta di fine estate può rendersi ancor più appetibile. Ma le possibilità non mancano. E nei mesi invernali, sappiate, che è Casa Leopardi a “venire a casa vostra”, con un percorso in streaming studiato per singoli visitatori e gruppi che sono impossibilitati ad andare a Recanati. Immancabile la famosissima biblioteca con gli oltre 20mila volumi.
Ove abitai fanciullo
Novità dell’estate 2021 è stato l’itinerario “Ove abitai fanciullo”. Il percorso di visita alle stanze private di Giacomo Leopardi è stato infatti reso accessibile al pubblico a partire dal mese di giugno di quest’anno. I visitatori sono così accolti tra i saloni di rappresentanza, la galleria con le collezioni d’arte e i suoi numerosi dipinti. E poi il giardino che ispirò ‘Le ricordanze’ e gli appartamenti privati di Giacomo e dei suoi fratelli. Dal salottino alla camera privata da cui il Poeta osservava l’amata luna e le vaghe stelle dell’Orsa. Un ulteriore passo compiuto dalla famiglia degli eredi, tutt’ora proprietari e residenti della dimora, per far conoscere il Poeta.
“Dopo duecento anni – ha spiegato la contessa Olimpia Leopardi – la nostra famiglia apre spazi che fino ad oggi erano a nostro uso esclusivo. Soprattutto la serie di ambienti che sono stati per lungo tempo il ‘desiderio proibito’ di ogni appassionato di Giacomo Leopardi, le Brecce, ovvero i suoi appartamenti.”
A Silvia
Una nuova prospettiva offerta ai visitatori è sicuramente quella con cui la Contessa Olimpia nel 2017 aprì alle visite il primo piano delle Scuderie. Ovvero la casa di Silvia, al secolo Teresa Fattorini. Come “famigli”, ossia in quanto dipendenti dei conti Leopardi, i Fattorini abitavano infatti sopra alle stalle, nel palazzo fatto costruire nel 1796 dal padre di Giacomo, Monaldo Leopardi. Piccole stanze arredate con mobilio e suppellettili d’epoca, ambienti recuperati con grande attenzione filologica, tra cui il ripristino dei colori originali degli interni e delle facciate dell’immobile.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle
Inaugurato a settembre 2019, uno dei più recenti interventi di recupero è stato infine quello all’orto sul Colle dell’Infinito, ovvero l’orto dell’antico Monastero di Santo Stefano. A pochi passi dalla casa natale di Giacomo Leopardi, dove si dice che il poeta scrisse la celebre poesia L’Infinito. A occuparsi della risistemazione dell’Orto del Colle, nonché il restauro della sede del Centro Nazionale di Studi Leopardiani, è stato il FAI Fondo Ambiente Italiano, in occasione delle iniziative legate al bicentenario dell’Infinito.
(Foto Apertura: Paolo Trovo/Shutterstock.com)
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