Lo sforzo del personale sanitario, in questi giorni, è notevole. Si lavora 24 ore su 24 per affrontare il rialzo della curva infettiva. Tra chi combatte in prima linea senza tregua, ogni giorno e ad ogni ora, ci sono loro: le Uscar.
Loro sono le Unità Speciali di Continuità Assistenziale Regionale, in campo nel Lazio per portare avanti la battaglia contro il Covid. Sono loro ad effettuare soprattutto tamponi a domicilio per chi non può muoversi da casa: anziani e non, ma anche persone che vivono all’interno delle Rsa.
Li abbiamo raggiunti. Il loro quartier generale è all’interno dell’Ospedale Spallanzani di Roma. È da lì che ogni giorno partono medici e infermieri determinati ad affrontare l’emergenza.
Massima attenzione per gli anziani
I team dell’Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale sono impegnati nel tracciamento dei positivi anche nei drive-in, ormai sempre più in sofferenza. È un impegno immane rispetto al numero dei contagi in costante aumento. Ci raccontano che sono molti i giovani paucisintomatici – categoria forse più facile da curare -, mentre evitare il contagio degli anziani resta la sfida più importante. E anche la più complessa.
Turni di dodici ore al giorno per non dare tregua al virus
È questa una battaglia che non conosce tregua. Si alimenta del lavoro di operatori che non lesinano sugli orari, che affrontano turni che possono durare anche dodici ore al giorno. In genere, un primo screening viene effettuato in auto – mentre i medici annunciano l’arrivo del team (già concordato in precedenza) -; poi, di persona, con gli infermieri, viene effettuata la visita e lo stesso tampone.
Massima sicurezza
Li vediamo agire in tenuta di alto contenimento pur di scongiurare rischi sia agli assistiti che – naturalmente – allo stesso personale sanitario. Tra di loro ci sono medici e infermieri con anni di lavoro sulle spalle, così come molti giovani dottori in Medicina, freschi di laurea, che si sono uniti alle squadre. Nel servizio video raccontiamo il nostro incontro con le loro unità.
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