Sono passati più di dieci anni da quando, nel 2008, l’ex commissario europeo Vladimir Špidla propose di istituire una giornata che unisse tutte le generazioni. Il progetto arrivava da una lunga campagna di sensibilizzazione per attirare l’attenzione dei politici a livello europeo, nazionale e locale. L’obiettivo era solo uno: ripensare al concetto di solidarietà e cooperazione intergenerazionale, portando più equità e giustizia sociale. Tra i promotori di questo progetto c’era anche AGE Platform, che da quasi vent’anni promuove gli interessi degli over 50 in tutta Europa.
Il 29 aprile, una data importante
È così che il 29 aprile del 2009 venne istituita la Giornata europea della solidarietà tra generazioni, celebrata ogni anno con progetti e iniziative in tutta Europa. Un’occasione che offre numerosi spunti per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto positivo dei legami intergenerazionali. Ogni generazione dovrebbe poter svolgere un ruolo chiave all’interno della comunità per garantire un futuro sostenibile a tutti. Ma quando si parla di terza e quarta età non sembra sempre possibile. Gli stereotipi e gli atteggiamenti negativi nei confronti di determinate fasce d’età, infatti, stanno dividendo le generazioni, creando barriere alla loro piena partecipazione alla società. Si tratta di pensieri e luoghi comuni che molto spesso nascono da una scarsa conoscenza della realtà in cui vivono davvero i senior. Per questa ragione promuovere uno scambio regolare tra fasce diverse d’età può cancellare questi preconcetti e migliorare la consapevolezza della diversità e delle sfide quotidiane di ognuno di noi.
Storie di solidarietà in tempi difficili
Mai come in questo periodo, infatti, ci siamo trovati davanti a sfide che hanno evidenziato l’importanza dei legami intergenerazionali. Mentre milioni di persone cooperano per garantire la salute di tutti, e soprattutto di coloro che sono maggiormente a rischio, le opere di solidarietà e di unità hanno cominciato a moltiplicarsi. AGE Platform ne ha raccolte alcune per testimoniare come giovani e anziani possano fare la differenza gli uni per gli altri. In Belgio, ad esempio, c’è Jeanine che cuce mascherine colorate per i suoi figli e nipoti e su Skype insegna loro come replicarle. Vaughan, invece, è un’infermiera inglese in pensione, ma in questo periodo è tornata al lavoro per dare il suo contributo in ospedale. In Francia, per alleviare la tensione, Andrée organizza attività di lettura, disegno e scrittura per residenti giovani e anziani del suo quartiere.
Un esempio italiano
Anche in Italia, a Milano, l’incontro intergenerazionale ha avuto successo. Lo testimoniano le storie di chi ha aderito al progetto «Prendi in casa» di Meglio Milano. L’iniziativa dal 2004 fa incontrare giovani in cerca di alloggio e senior con stanze disponibili ad un prezzo modico. Un modo innovativo per creare relazioni di solidarietà e compagnia reciproca. In molti casi, poi, diventano anche relazioni affettive, tanto da rimanersi accanto nei momenti difficili. L’hanno fatto Gina e Sofia, ma anche Alberta e Lorenzo, Luigi e Sudwaric e altri. Dal 9 marzo, infatti, quando l’Italia si è fermata per fronteggiare l’emergenza sanitaria, queste coppie intergenerazionali vivono con successo la quarantena sotto lo stesso tetto. Giovani e anziani che condividono la stessa casa, le stesse abitudini, le stesse paure. La vicinanza di due mondi apparentemente distanti che possono riscoprirsi simili: il modo migliore per festeggiare questa edizione della Giornata europea della solidarietà tra generazioni.
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