È l’iniziativa sostenuta dalla rete della Federazione Mondiale del Cuore per il 29 settembre. Prendersi cura del proprio cuore è un vantaggio non solo per sé, ma anche per l’ambiente e per l’intera umanità.
“Usa il cuore per tutti i cuori” è lo slogan della Giornata Mondiale del Cuore che si celebra il 29 settembre. Un evento di informazione e sensibilizzazione sull’importanza di prendersi cura del proprio cuore, per sé e per gli altri. La Giornata è promossa in tutto il mondo dalla World Heart Federation attraverso la rete di oltre 200 organizzazioni nazionali che sostengono l’impegno di società mediche e fondazioni per il cuore in oltre 100 paesi.
In Italia, la Giornata è coordinata dall’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione “Lorenzo Greco” Onlus con il patrocinio dei Ministeri della Salute, della Difesa, dell’Istruzione, dell’Inail, della Regione Lazio, delle associazioni dei donatori di sangue Avis e Fidas.
Le malattie cardiovascolari, prima causa di morte al mondo e in Italia
Le malattie cardiovascolari (CVD), come l’infarto acuto del miocardio e l’angina pectoris, o le malattie cerebrovascolari, come l’ictus ischemico ed emorragico, sono la principale causa di mortalità nel mondo, con impatti sociali ed economici devastanti. Secondo i dati raccolti dall’Alleanza italiana per le malattie cardio – cerebrovascolari (costituita nel 2017 da 47 federazioni, associazioni e società di medici e pazienti presso il Ministero della Salute), nel solo 2019 sono state 18,6 milioni le vittime di queste malattie nel mondo, di cui circa un terzo di età inferiore a 70 anni.
Anche in Italia le malattie del cuore e cerebrovascolari rappresentano le prime cause di morte (27,1% di tutti i decessi nel 2018; 220.456 vittime). Inoltre, i disturbi del sistema cardiocircolatorio rappresentano la prima causa di ricovero ospedaliero, con 6.222.673 giornate di degenza. Durante la pandemia, peraltro, le persone affette da malattia cardiovascolari hanno sviluppato il virus in forme più gravi.
Il peso dell’età sul rischio di ammalarsi
Studi condotti di recente dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) dimostrano che le malattie cardiovascolari tendono ad aumentare con l’età, specialmente nelle fasce di popolazione più anziane (55-64 e 65-74 anni), in particolare per quello che riguarda gli interventi di rivascolarizzazione mediante angioplastica coronarica o by-pass aortocoronarico.
Secondo il report dell’Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari, tra i fattori di rischio tipici del paziente over 65 non vanno trascurati i disturbi psico-affettivi, in particolare l’ansia e la depressione. I soggetti con depressione maggiore hanno un rischio 3-4 volte superiore di andare incontro a una malattia cardiovascolare (in particolare a carico delle coronarie).
La menopausa ritarda ma non cancella i rischi
Nelle donne, fino alla menopausa, gli ormoni svolgono un’azione protettiva contro le malattie cardiovascolari. Queste, dunque, si manifestano con un ritardo di almeno 10 anni rispetto agli uomini, ovvero a partire dai 60 anni per crescere rapidamente dopo i 70. Ma nel periodo post-menopausa le donne vengono colpite addirittura più degli uomini, e con eventi più gravi.
Inoltre, i contraccettivi orali possono aumentare il rischio relativo di infarto miocardico e di ictus trombotico, anche se il rischio assoluto di questi eventi rimane basso ed aumenta solo se associato a cattive abitudini come il tabagismo. Ancora dibattuta invece la correlazione fra Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) e aumento delle patologie cardio-cerebrovascolari.
L’influenza dei cattivi stili di vita
Ai fattori non modificabili, come l’età, il sesso, la familiarità, o l’etnia, è imputabile solo una parte minore del rischio di contrarre malattie cardiovascolari. Le CVD dipendono infatti soprattutto da fattori modificabili, legati a comportamenti e stili di vita. Cattive abitudini che possono assolutamente essere abbandonate: fumo, abuso di alcol, uso di droghe, scorretta alimentazione, sedentarietà. Comportamenti che spesso a loro volta causano altri fattori di rischio, come diabete, obesità, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, sindrome delle apnee ostruttive del sonno.
Anche il lavoro e l’ambiente possono provocare un infarto
Ad aumentare la probabilità di essere colpiti da una malattia cardiovascolare ci sono poi anche fattori socio-economici: il tipo di professione, lo stress elevato, il basso livello culturale ed economico, unitamente alle correlate diseguaglianze nell’accesso alle cure. Così come l’emergenza clima e l’inquinamento ambientale: le polveri sospese nell’aria che respiriamo, ma anche l’aumento delle temperature, sono fattori associati ad un aumento delle CVD.
Prendersi cura del proprio cuore: per Te, per l’Ambiente, per l’Umanità
Proprio sugli stili di vita punta l’edizione 2022 della Giornata Mondiale del Cuore, che sceglie tre “pilastri” di azione per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Il primo, “Usa il Cuore per l’Umanità”, mira a sensibilizzare sulle disuguaglianze nell’accesso alle cure, poiché più del 75% dei decessi dovuti a malattie cardiovascolari avvengono in paesi a basso-medio reddito.
Il secondo pilastro è “Usa il Cuore per l’Ambiente”: l’inquinamento è responsabile del 25% di tutti i decessi da malattie cardiovascolari, portandosi via ogni anno la vita di 7 milioni di persone. Infine, “Usa il Cuore per Te”: l’esercizio fisico, la meditazione e una miglior qualità del sonno possono aiutare a diminuire i livelli di stress che raddoppiano il rischio di attacchi cardiaci.
Le iniziative per la Giornata Mondiale del Cuore 2022
Numerose le iniziative in tutto il mondo per celebrare l’organo più importante del nostro corpo. La Federazione Internazionale del Cuore propone la sfida di camminare, correre o andare in bicicletta a forma di cuore nella propria città, da soli o in gruppo, per condividere la mappa dell’esperienza con gli altri online e sui social. Oppure di contribuire a colorare di rosso monumenti ed edifici, come accadrà in alcuni dei luoghi più conosciuti del mondo, dalle Cascate del Niagara in Canada alle Piramidi in Egitto.
Ancora, dalla Federazione l’invito a raccontare la propria storia del cuore per ispirare gli altri. Come quella che ispira le attività dell’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione “Lorenzo Greco” Onlus che coordina la Giornata in Italia e che porta il nome del giovane Lorenzo, vittima di un attacco cardiaco in prima media, diventato un simbolo grazie all’impegno del nonno Mario.
L’Associazione contribuisce ad organizzare in Italia diversi eventi dedicati alla formazione e alla prevenzione in 70 città italiane, fra cui Torino, Roma, Piacenza, Palermo e Catania. Nelle piazze e nei presidi sanitari sono organizzati screening e visite cardiologiche gratuite con il controllo del colesterolo, del peso e dell’indice della massa corporea (BMI); ma anche corsi di formazione sulla defibrillazione cardiaca precoce con il defibrillatore semiautomatico esterno. Il calendario può essere consultato sul sito dell’associazione aicr.eu .
Le politiche di prevenzione in Italia
A pochi mesi dallo scoppio della pandemia che ha incrementato la vulnerabilità delle persone affette da malattie cardiovascolari, il Ministero della Salute ha adottato il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025. Attraverso questo documento programmatico, il Ministero promuove, in collaborazione con le Regioni, non solo l’erogazione di prestazioni sanitarie, ma anche la partecipazione proattiva delle persone all’adozione di stili di vita corretti.
Inoltre, attraverso Progettocuore.it, dal 1998 l’Istituto Superiore della Sanità raccoglie dati e sostiene ricerche sulle malattie cardiovascolari, fornendo anche strumenti operativi ai cittadini. Fra questi, le carte del rischio cardiovascolare e il punteggio di rischio per stimare la probabilità di incorrere in malattie cardiovascolari sulla base dei più diffusi fattori di rischio.
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