Le difficoltà quotidiane legate al lockdown dovuto al Coronavirus e la ricerca affannosa di notizie che si rincorrono contraddittorie sui mezzi di informazione. Un quadro certo non facile in cui vivono molti anziani. E mentre restano chiusi in casa, sentono sempre più forte il disagio della solitudine. Il bisogno di relazione, già fondamentale nell’animo umano, cresce allora alimentato dai timori e dalle incertezze del presente. Così, al sostegno sanitario ed economico, ormai si aggiunge anche la necessità di un sostegno emotivo.
“Una chiamata-Un sorriso”: l’assistenza emotiva agli anziani
Tra le iniziative in aiuto dei più vulnerabili è nata a Roma Una chiamata-Un sorriso, grazie ai volontari di Comitato Colle Oppio, Centro anziani Colle Oppio, Boulevard Merulana ed Eoo_design. L’idea è semplice ma brillante: mettere in contatto telefonico un anziano sempre con lo stesso volontario. In questo modo si crea un legame di fiducia e confidenza, che permette al destinatario della chiamata di avere compagnia durante la giornata.
Un modo per allentare le tensioni e svagare la mente. Infatti, molti approfittano di questi momenti per raccontare storie della loro vita, un po’ come fanno tutti i nostri nonni. Come spiega la presidente del Comitato, Valentina Salerno: «Abbiamo fatto ad oggi 60 “accoppiamenti” di persone che si sentono ogni giorno. Capita anche che si proponga come volontario qualcuno che, si intuisce dalla voce, è anziano. Noi capiamo il messaggio e lo mettiamo tra i destinatari. Come pure accade che siano i parenti a segnalare anziani che non hanno dimestichezza con la tecnologia ma vorrebbero ricevere sostegno».
Ma dal momento che le parole, per quanto importanti, a volte non bastano, la rete solidale si occupa anche degli aspetti “pratici” della vita dell’anziano. Ecco quindi che si rende disponibile a coordinare anche un servizio di consegna a domicilio dei farmaci o degli alimenti. I volontari hanno attivato un numero telefonico (3407743088) valido per tutta l’Italia e la pagina Facebook Una chiamata – Un sorriso, a cui rivolgersi per dare e chiedere aiuto.
Il rispetto della sicurezza e della privacy è fondamentale. «Per evitare ogni abuso – prosegue la Salerno – verifichiamo ogni volontario e indichiamo anche a chi cerca compagnia di non dare mai riferimento domiciliari o bancari».
Quando a chiamare è il parroco
Il progetto ha già riscosso successo anche in alcune parrocchie della Capitale, che in questo modo avranno la possibilità di assistere chi vorrebbe recarsi in chiesa. Per molti fedeli, adesso, la vicinanza anche telefonica, con un sacerdote, è di grande conforto. Il sostegno della parola e la capacità di immedesimarsi nelle sofferenze altrui, aiutano le persone a considerare quanto accade sotto una luce diversa. Con questi strumenti, in apparenza semplici, si attivano i meccanismi di resilienza, che possono aiutare chi è in difficoltà a superare questo momento.
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