Si può perdere la casa per eventi estremi (incendi, crolli, alluvioni, terremoti, etc.), ma anche perché qualcuno la occupa se sei fuori o perché ti hanno sfrattato. Vale la pena allora di raccontare le storie di Victoria e Marcella, dal momento che si tratta di due esempi positivi di comunità solidali in cui l’anziano viene percepito come una ricchezza e non come un peso per la collettività.
La prima storia è quella di Victoria de Castro di 94 anni che vive da 88 in una casa nel Comune basco di Portugalete (45.000 abitanti). Poche settimane fa lascia l’abitazione per andare ad assistere la sorella 97enne ma, quando torna a casa, la trova occupata da quelli che i giornali locali definiscono “gitanos” (non specificando bene di chi si tratti). Finisce sola in mezzo alla strada e, piangendo, chiede aiuto ai vicini. Polizia e Comune intervengono subito, ma si vedono opporre dagli occupanti la presenza nel nucleo familiare di bambini e di un neonato. In tutti i Paesi europei non si può sgomberare una casa con minori e le procedure passano per i servizi sociali con connesse procedure burocratiche interminabili. A quel punto le forze dell’ordine tornano indietro. Victoria sporge denuncia, ma la prima udienza del suo caso è stata fissata per il 20 novembre. Nel frattempo non ha più nulla, nemmeno le sue camicie da notte; chiede agli occupanti di riavere almeno le sue cose ma non le ottiene.
A questo punto accade l’imprevedibile: gli abitanti di Portugalete si riuniscono sotto casa di Victoria, e in poco tempo, diventano migliaia; per un giorno intero la folla urla «Giustizia! Giustizia!» e «Fuori! Fuori!». La polizia deve intervenire di nuovo, questa volta per difendere gli occupanti che decidono di arrendersi ed abbandonare il posto. Andandosene hanno portato via tutto, rubando all’anziana i vestiti, le pentole, le posate, i quadri e la tv. Victoria, commossa e felice, torna a casa mentre gli abitanti la aiutano a rimetterla in sesto. La storia è diventata da prima pagina su tutti i giornali spagnoli.
Inoltre, una società specializzata nell’evacuazione di edifici occupati si è messa a disposizione dell’anziana Victoria per ripristinare l’appartamento. In un video pubblicato in rete ha annunciano che lo farà gratis al motto “I nonni non si toccano”.
La seconda storia riguarda uno sfratto e si svolge a Dorsoduro, nel centro storico di Venezia. Marcella, una 80enne veneziana, avrebbe dovuto lasciare in questi giorni la casa dove è nata e vive in affitto da tutta la vita. Ma il “Gruppo 25 Aprile Venezia” è sceso in campo in sua difesa. Il quartiere è appetibile soprattutto per chi vuole gestire affitti turistici o bed and breakfast. Inizialmente, le carte parlavano di rilascio dell’alloggio in 10 giorni e visita dell’Ufficiale Giudiziario con la forza pubblica. Ma dopo la presa di posizione dei veneziani, che vogliono tutelare il centro storico dallo spopolamento dei residenti e dal suo conseguente snaturamento, la proprietaria dell’immobile ha mitigato le sue pretese affermando che, dopo la ristrutturazione, la signora Marcella, qualora volesse, potrebbe tornare nella sua abitazione.
La ristrutturazione, tuttavia, non si può fermare e restano aperti alcuni interrogativi. La signora Marcella, che vive sola, con una pensione di circa 600 euro e problemi di mobilità, dovrà trovarsi un’altra casa in cui vivere. Ma nel quartiere quasi tutti gli alloggi sono senza ascensore e destinati ad uso turistico. Difficilmente potrà trovarne uno adatto al suo reddito e alle sue condizioni fisiche.
C’è stato senza dubbio un segnale d’apertura da parte della proprietà, ma Marcella di anni ne ha già 80 e non è chiaro quanto tempo dureranno i lavori e neanche con quale canone d’affitto potrebbe tornare. Il palazzo, intanto, in questi giorni è diventato il simbolo della lotta dei veneziani per restare a vivere a Venezia, tanto che il gruppo “25 aprile Venezia” ha messo in campo una vera e propria mobilitazione a sostegno dell’anziana preoccupata per lo sfratto. Il 20 ottobre sono stati raccolti oltre 300 messaggi di solidarietà in tre ore e un libro delle firme resterà aperto in un esercizio della zona per testimoniare la vicinanza all’anziana donna.
Queste due vicende testimoniano che, in comunità vive e sensibili, i problemi degli anziani possono essere affrontati con senso civico e rispetto delle leggi, evidenziando nuove modalità condivise per affrontare problematiche sempre più frequenti. Sono storie che interessano le collettività e non solo i singoli, se non altro perché, oltre alla tutela delle proprietà private, investono anche i valori di civiltà e rispetto della persona insiti nelle nostra stessa cultura.
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