Fare qualcosa per far stare bene gli altri, anche in un momento di grande fragilità. Persino quando siamo noi per primi ad avere bisogno di una mano. Può essere una cura, un modo per sentirsi meglio. Ma anche un modo per lottare contro una malattia. Ce lo insegna una storia che arriva da un ospedale a sud di Roma: il Santa Maria Goretti di Latina.
Il protagonista è Sandro Mironti, un barbiere di Sezze, che poco prima di Natale riceve un’amara notizia: è positivo al Covid. Sul suo profilo Facebook avvisa allora tutti i suoi clienti, quindi viene ricoverato in ospedale. È lì che si accinge a passare le festività natalizie. Una tombola virtuale con i parenti e i familiari più stretti, ed è come se ci fosse anche lui seduto a quel tavolo.
Un barbiere in corsia
Ma le giornate in ospedale, si sa, possono essere lunghe e pesanti. Sandro però non si perde d’animo. E così, dopo lunghe ore trascorse senza far niente, malgrado sia attaccato all’ossigeno, decide di mettersi a disposizione dei suoi “colleghi” di reparto. Come? Facendo quello che sa fare meglio nella sua vita: il barbiere.
A forza di osservarli, infatti, si rende conto che, tra quei pazienti nelle sue stesse condizioni, alcuni avrebbero bisogno di una “spuntatina” di capelli. Allora, si fa portare i suoi ferri del mestiere, ed ecco che, in men che non si dica, improvvisa una piccola barberia nel reparto Covid di Latina.
Dai Social alla Tv con tanta speranza
Sandro pubblica le immagini sulla sua pagina Facebook: “La passione non la ferma il Covid… Buona fine e buon principio a tutti tutti tutti…e ne siete tanti”, scrive sui Social a Capodanno. Ed è un augurio che va oltre le parole, perché è accompagnato dai fatti. Le foto che pubblica per immortalare alcuni tagli fatti ai suoi “clienti d’eccezione” conquistano molti “Mi piace”. La sua storia finisce per diventare virale, trova spazio anche nei telegiornali nazionali.
Sa che con il suo piccolo gesto è riuscito a smuovere qualcosa, e ne è contento. Gli squilla il telefono. È suo figlio: «Affacciati un attimo alla finestra», gli dice. Sandro obbedisce, ed ecco lì sotto, suo figlio e sua moglie, giunti fin lì per fargli un saluto. Perché la distanza fisica, a volte, farà pure paura. Ma nulla può contro la vicinanza del cuore.
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