I nonni hanno un posto particolare nella vita dei nipoti, si sa. Ma quando fanno anche un po’ da padre e da madre, sopperendo a genitori spesso troppo impegnati nel lavoro, allora diventano un imprescindibile punto di riferimento. E allora si può finire con l’essere assaliti da una sensazione di smarrimento e paura quando li si vede chiusi nella loro fragilità. Quando ciò che si pensava fosse una semplice polmonite, si trasforma nell’incubo più grande di questo 2020: il Covid.
La storia di Licurgo e Caterina: il Covid e poi la guarigione
È quello che è successo a Licurgo Chiappini, classe 1936. Se l’è vista brutta. Lo scorso febbraio un’ambulanza l’ha portato via con sé. A caricarlo c’era del personale medico con lo scafandro, in un momento in cui ancora si sapeva ancora poco del Covid.
Sua nipote Caterina era lì, attonita, insieme a sua mamma. Hanno seguito l’ambulanza con la macchina, poi sono state ore davanti all’ospedale di Carrara in attesa di informazioni. Ma nella mente di Caterina c’era solo il desiderio di non lasciarlo solo in quella battaglia appena iniziata.
Ed è durata a lungo, in effetti, la guerra che nonno Licurgo ha combattuto. Quattro settimane di ricovero e una lunga convalescenza. E poi ecco che, piano piano, è tornato alla vita di tutti i giorni.
Il ritorno a casa: un’affettuosa convalescenza
Caterina non l’ha mai lasciato solo. Quando è tornato a casa, Licurgo ha dovuto osservare la misura dell’isolamento. Così è rimasto al piano superiore della loro casa a Fossola, in provincia di Massa Carrara. La nipote si è trasferita allora a casa dei nonni, insieme alla mamma, per aiutare la nonna. In questo modo la convalescenza è stata più dolce, perché il nonno poteva sentire l’affetto della sua famiglia, pur non vedendoli.
Ma adesso che può dire di esserne uscito, Licurgo ne parla con lucidità. Non ha mai perso conoscenza, conserva dei ricordi vividi delle interminabili giornate in ospedale, quando la concezione del tempo rischiava di perdersi.
Un tatuaggio per ricordare (e per guardare al futuro)
Adesso finalmente possono tirare un sospiro di sollievo. Nonno Licurgo sta bene, ha ripreso le semplici attività della vita quotidiana, e sua nipote ha voluto fargli un regalo. Così, qualche giorno fa, ha deciso di omaggiarlo facendosi tatuare sul braccio proprio lui, nonno Licurgo, stavolta, però, con nonna Giò, riprendendoli da una vecchia foto in bianco e nero.
Caterina ama i tatuaggi, ne ha più di uno sul suo corpo, ma questo è speciale: «Volevo un ricordo, sulla pelle – ha affermato – sono stati mesi difficili, ma ne siamo usciti». Un modo per guardare al passato e sorridere al futuro: eccola la chiave di Caterina.
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