Secondo una ricerca condotta dalla startup berlinese Dalia research, il 38% della popolazione mondiale ha almeno un tatuaggio. Tantissimi sono gli over 50 e 60 che decidono di farsene disegnare uno, magari per la prima volta. Le storie di chi lo ha fatto superati gli “anta”.
Fra i Paesi con più persone tatuate al primo posto c’è proprio l’Italia, con il 48%, seguita dalla Svezia (47%) e dagli Usa (46%). Ma il dato più interessante, in completa controtendenza con lo stereotipo che presenta i disegni sul corpo come segno di ribellione e anticonformismo dei giovani, è la percentuale di adulti e in particolare di over 50 e 60 che si avvicina al mondo del tattoo.
Un tatuaggio a 60 anni non è più motivo di vergogna
«Mostrare un tatuaggio in età matura non è più uno stigma associato ai detenuti, ai marinai o ad altre categorie di persone – ha spiegato Louise Krystahl, tatuatrice inglese – e sempre più spesso capita di ricevere in studio clienti over 60 che si sentono pronti per il loro primo tatuaggio. Di solito c’è una ragione sentimentale che li spinge, alcuni di loro hanno fatto un cambio di vita importante e vogliono celebrarlo, altri avevano questo desiderio da tempo ma non lo avevano mai realizzato».
Tatuarsi a 60 anni: le storie di chi lo ha fatto
Il noto quotidiano britannico The Guardian ha raccolto alcune delle storie di chi a 60 e più anni ha deciso un giorno di farsi un tatuaggio per la prima volta. Fra queste c’è quella di Neil Davies, 67enne del Sussex, che nel 2019 ha deciso di imprimere sulla pelle il nome della figlia Emily, scomparsa prematuramente. Ad ogni suo compleanno aggiunge una stella sul braccio. «Volevo qualcosa che fosse sempre con me ma non un gioiello, poiché l’unico che indosso è la mia fede nunziale – ha spiegato Davies – e questo tatuaggio mi dà l’occasione di parlare di lei ogni volta che qualcuno mi chiede cosa rappresenta».
Sarah Browne invece è londinese e ha 60 anni. Si è tatuata per la prima volta nel 2020, dopo aver convissuto per una vita con le cicatrici che un grave incidente con una stufa a gas le aveva procurato da piccola. «Oggi posso finalmente rivendicare il mio corpo e ho scelto l’immagine di un sole dalla mia canzone preferita, Here comes the sun – ha spiegato -, ma per tutta la vita sono cresciuta con un’immagine stereotipata di come, da donna, dovevo apparire, e nel modello della mia famiglia i tatuaggi non erano contemplati. Mia figlia ne ha cinque, e alla fine mi sono decisa anche io. La cosa meravigliosa dell’invecchiare è che finalmente hai la libertà di poter essere chi vuoi, e per me tatuarsi fa parte di questo percorso. Il prossimo? Sulla caviglia, dove ho un’altra cicatrice».
Nancy Venables ha aspettato i suoi 86 anni per farsi fare un tatuaggio dalla nipote Emma, tatuatrice professionista. «Mi sono appassionata all’idea circa un anno fa – ha raccontato – e ho scelto un piccolo angelo da tenere sul polso».
Mark Warren invece ha deciso a 67 anni, dopo aver lasciato a lungo nel cassetto il desiderio di un tattoo. «Mia madre mi diceva sempre che se mi fossi tatuato mi avrebbe cacciato di casa – ha ricordato – anche perché nella mia città, Dagenham, avere dei disegni sulla pelle ti legava al porto. Ho cominciato a incuriosirmi quando la mia compagna ne ha fatto uno in ricordo di un’amica, e ho scelto l’immagine di un geco».
Francis Lacy, 66 anni, ha scelto di tatuarsi una conchiglia appena è andato in pensione. «Ci pensavo da un po’ ma avevo paura che al lavoro non avrebbero approvato, e così ho aspettato – ha spiegato – poi la scelta è caduta sul simbolo del Cammino di Santiago, che ho percorso in parte ma che vorrei completare l’anno prossimo, per riflettere su ciò che voglio fare del mio futuro».
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