Contrasto alla solitudine per gli over 65 e un’alternativa sostenibile al caro affitti per gli studenti fuori sede. L’Università di Pavia promuove il progetto Co-housing e caring tra generazioni, grazie ad una rete di sostegno delle istituzioni pubbliche.
Un patto generazionale tra senior e studenti universitari basato sul sostegno reciproco che si costruisce con il cohousing, la coabitazione. Queste le premesse del progetto sperimentale ‘Co-housing e caring tra generazioni’ sostenuto dall’Università di Pavia e finanziato dalla Regione Lombardia, che ha destinato all’iniziativa 400mila euro per due anni.
Un progetto apripista, primo in Italia, che prevede un patto di coabitazione definito da un contratto di locazione. Un senior può ospitare in casa uno studente studente universitario, e come contributo riceverà circa 300 euro al mese, pari all’affitto medio di una stanza a Pavia. In cambio, lo studente universitario ospitato lo aiuterà mettendo a disposizione le sue competenze informatiche, lo assisterà in piccole commissioni o nella condivisione di momenti di svago.
Cohousing e caring, i dettagli
L’intento del progetto è la promozione di un nuovo stile di abitare, che garantisca a giovani e anziani “una migliore qualità della vita e un contrasto alla solitudine attraverso la condivisione di beni relazionali”, come si spiega nel testo del progetto. In cambio dell’ospitalità, all’anziano over 65 verranno offerti servizi volti a creare relazioni di amicizia e solidarietà, con attività organizzate nell’Ateneo che creeranno forme di incontro, ascolto e informazione.
Dalle rassegne cinematografiche a serate musicali animate dagli studenti musicisti, dalle visite alle sedi museali dell’Ateneo a percorsi benessere e fitness nelle strutture dell’università. Ma anche conversazioni in lingua con studenti stranieri e attività di scrittura e teatrali.
Tutte attività basate sul volontariato degli studenti universitari, anche non in coabitazione con l’anziano. Occasioni di incontro e scambio tra generazioni di “grande valore sociale”, come ha dichiarato Francesco Brendolise, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pavia che sostiene l’iniziativa con il coinvolgimento degli enti del Terzo Settore del territorio.
Prima fase di selezione
Per l’avvio del progetto è prevista una fase di selezione degli studenti e dei senior disponibili a partecipare all’iniziativa. Dopo la diffusione del progetto alla comunità accademica, verranno individuati gli studenti interessati attraverso alcuni questionari utili a capire le esigenze e le attitudini dei partecipanti.
Ogni studente, insieme alla domanda di adesione al progetto, dovrà anche consegnare una lettera motivazionale, in cui spiega perché vuole partecipare al progetto. L’Università farà poi una selezione degli studenti, attraverso un colloquio conoscitivo e attitudinale.
Per l’individuazione degli over 65, potenzialmente interessati ad ospitare studenti è previsto il coinvolgimento di associazioni di settore. Tra queste l’UPPI, del Comune e degli enti del Terzo Settore.
Avvio del progetto
Dopo la fase di selezione iniziale, il prossimo anno partirà il progetto. Durante i due anni di sperimentazione, anziani e studenti verranno seguiti e monitorati. Una collaborazione che contrasta la solitudine degli anziani, che in tanti casi dopo il Covid hanno ancora paura ad uscire di casa, e che offre agli studenti universitari fuori sede, anche stranieri, di fare fronte al caro affitti e di sentirsi accolti in città.
Inoltre, agli studenti che partecipano al progetto saranno riconosciuti crediti formativi universitari in base alle attività svolte a sostegno delle persone anziane. Un patto tra generazioni, che “potenzia le politiche di inclusione dell’Ateneo”, come ha precisato il rettore Francesco Svelto. E “un’alleanza tra la popolazione studentesca e i cittadini di Pavia over 65” come spiegato dalla Regione Lombardia.
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