La recente pandemia da Covid-19 ha colpito duramente a livello globale, sconvolgendo abitudini e certezze ormai consolidate. Ha finito col mettere a soqquadro lo scenario economico-sociale di ogni Paese, Italia compresa, mentre il blocco delle attività produttive ha innescato una ricaduta negativa sui sistemi macroeconomici palesando lo spettro di una tra le peggiori recessioni dell’ultimo secolo.
Uscire dal tunnel dell’emergenza si deve e si può. Ma per ricostruire “un mondo nuovo”, diverso da quello che ci stiamo lasciando alle spalle dell’era pre-Covid, occorre l’apporto di tutti, anziani compresi. Nessuno, infatti, può chiamarsi fuori dalla partita pensando di poter essere dispensato da questo compito, appellandosi all’età.
Perché invecchiare non è una malattia né un problema di per sé, ma un fenomeno fisiologico inevitabile, ed è per questo che gli anziani – che a pieno titolo possono essere considerati la “spina dorsale” dell’economia del nostro Paese – sono oggi perfettamente in grado di contribuire alla vita sociale come a quella lavorativa.
A dimostrarlo ci sono le politiche di Active ageing. La vitalità degli anziani di oggi infatti è di gran lunga superiore a quella di 10 o 15 anni fa, e le persone in età matura sono in grado di esprimersi, produrre e consumare e, perciò, anche di contribuire allo sviluppo del proprio Paese.
«L’invecchiamento della popolazione è uno dei fenomeni più rilevanti della nostra società – dichiara a Spazio50, Carlo Sangalli, Presidente di 50&Più – ed è anche significativo che l’Italia sia il secondo Paese al mondo, dopo il Giappone, che registra questa tendenza. La longevità è certamente il risultato del miglioramento della qualità della vita, del progresso della medicina, ma è un dato che preoccupa se viene considerato nel contesto della denatalità che attanaglia il Paese».
La flessione demografica, infatti, rischia di alimentare una contrapposizione tra generazioni che non porta a nulla di costruttivo e di cui l’ageismo, purtroppo molto diffuso anche in ambito lavorativo, non è altro che la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più esteso.
«Per ritrovare la via della crescita è necessario integrare nel mondo del lavoro il ruolo degli anziani con le esigenze dei giovani – continua Sangalli – ed occorre un patto generazionale per superare il rischio di una pericolosa contrapposizione di interessi tra fasce di età diverse, un patto generazionale che ridisegni le politiche del lavoro con soluzioni più flessibili e graduali per i lavoratori senior e maggiormente inclusive e stabili per i giovani, utilizzando la leva degli incentivi e della riduzione del costo del lavoro». Un patto generazionale che è ancor più necessario se si vuol rendere sostenibile sia il welfare sia le pensioni. E per farlo necessita di una politica seria e coordinata per l’invecchiamento attivo.
Il tema del rapporto tra il lavoro che cambia e il progressivo invecchiamento della popolazione, così come il sistema di servizi, il quadro normativo e i modelli di welfare sono tra gli argomenti che oggi verranno affrontati nella presentazione del volume La popolazione anziana e il lavoro: un futuro da costruire (edizioni Il Mulino) che si terrà presso la sede del Cnel, a Roma, alle ore 11.
Alla presentazione interverranno Carlo Sangalli (Presidente 50&Più), Marco Trabucchi (Presidente della Fondazione Leonardo) e Tiziano Treu (Presidente del CNEL).
Il volume di quasi 400 pagine – realizzato grazie alla collaborazione tra 50&Più Associazione e Fondazione Leonardo ed a cura di Marco Trabucchi, Gabriele Sampaolo e Anna Maria Melloni – raccoglie il contributo di 22 autori e offre tutti gli strumenti per decrittare il futuro, rilanciare il Paese e ridare un ruolo centrale ad una componente fondamentale quale è la popolazione anziana in un ambito nevralgico come quello del lavoro.
L’evento di presentazione del volume La popolazione anziana e il lavoro: un futuro da costruire si svolgerà oggi, 24 settembre, alle ore 11.00, presso la Sala Gialla del Cnel. Sarà l’occasione per riflettere sul sistema dei servizi, la normativa e i modelli di welfare dedicati al lavoratore in età anziana.
© Riproduzione riservata