Succede che la frenesia abbia il sopravvento e che la corsa continua contro il tempo finisca per generare malessere e frustrazione.
A sperimentare questa condizione di vita sono soprattutto coloro che si spostano, quotidianamente, nelle grandi città: inveiscono gli autisti per le code interminabili; perdono la pazienza i cittadini che usano i mezzi pubblici, davanti all’ennesimo ritardo. Ma è proprio alla luce di tutto questo che a Torino è accaduto un episodio di senso opposto.
Andiamo con ordine: ci troviamo sul 13, una linea tramviaria che, negli ultimi mesi, ha subìto vari tagli alle fermate. Anche a quella ubicata in via Cibrario. Ed è proprio qui, sotto la pensilina, che un’anziana signora attende il tram che la dovrebbe riportata a casa. Non ha però prestato attenzione all’avviso di interruzione della fermata.
Dopo vari minuti di attesa ecco il tram, finalmente. La signora si alza, fa due passi in avanti, alza il braccio così da richiamare l’attenzione dell’autista. Il conducente la vede, ha poco tempo per decidere cosa fare, ma non ha dubbi. Il regolamento gli impone di tirare diritto, del resto la fermata lì non c’è più, è stato anche apposto un cartello di avviso. Ma lui segue il cuore, si mette nei panni della donna, e così ferma il tram, apre le porte anteriori ed aiuta la signora a salire.
Solo una volta che la donna è a bordo, il conducente le spiega la situazione, usando il massimo tatto: «Signora – le dice – io mi sono fermato, perché altrimenti chissà quanto tempo sarebbe rimasta lì ad aspettare inutilmente. Deve sapere, però, che questa fermata non c’è più, è stata cancellata. O va più indietro verso il Maria Vittoria o più avanti verso Piazza Statuto».
L’anziana donna sorride, è grata a quell’uomo che l’ha aiutata, venendo meno al regolamento. Ed anche gli altri passeggeri sorridono, non preoccupandosi minimamente del tempo sprecato o del gesto inconsueto.
«Tutti si sono commossi, ed è quasi partito un applauso, tra gli sguardi di ammirazione verso l’autista», racconta Maria Concetta Di Stefano, 62 anni, ex insegnante. «Non c’è stata alcuna lamentela – ribadisce Maria Concetta –, nemmeno l’aria di fastidio». Nessuno ha guardato l’orologio dunque, nessuno ha inveito per quei minuti persi. «È stato un gesto di umanità – conclude Maria Concetta – e tutti l’hanno apprezzato».
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