Un drone di fabbricazione russa avrebbe sorvolato ripetutamente la zona di Ispra, sul Lago Maggiore, generando attenzione tra le autorità italiane ed europee.
Sorvolo sospetto su un’area strategica
Un drone di origine russa avrebbe attraversato più volte, indisturbato, lo spazio aereo sopra Ispra sul Lago Maggiore, in provincia di Varese. La zona ospita il Joint Research Centre della Commissione Europea, un polo di ricerca di rilevanza internazionale. A pochi chilometri di distanza si trovano, inoltre, gli stabilimenti della Leonardo, azienda chiave nel settore aerospaziale e della difesa.
Il drone, secondo governative, avrebbe effettuato almeno cinque passaggi sopra il centro di ricerca prima di scomparire senza lasciare traccia.
Le reazioni politiche
L’episodio ha innescato un’immediata reazione da parte di diversi esponenti politici. Salvatore De Meo, membro della Commissione Sicurezza e Difesa al Parlamento Europeo e Presidente della Delegazione UE per i rapporti con la NATO, ha dichiarato: “Non possiamo ignorare episodi che, se confermati, potrebbero rappresentare un serio rischio per la sicurezza nazionale ed europea. È fondamentale tutelare i nostri centri di ricerca e garantire che siano al riparo da qualunque possibile minaccia esterna”, ha aggiunto.
Anche il senatore Enrico Borghi ha espresso preoccupazione: “Il sorvolo di un drone russo su obiettivi sensibili coperti da vincoli di sicurezza nazionale ed europea impone immediate verifiche e risposte adeguate.”
Sia Borghi che De Meo hanno poi annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare (da parte, rispettivamente, di Italia Viva e Forza Italia) per ottenere risposte precise dalle autorità competenti.
Un’area sotto protezione speciale
La zona in questione è soggetta a una rigida no-fly zone, che vieta il sorvolo non autorizzato.
I sistemi di rilevamento sperimentale del Joint Research Centre hanno individuato il drone, registrando almeno cinque passaggi consecutivi dell’apparecchio prima che scomparisse. Gli esperti ipotizzano che il velivolo potesse essere equipaggiato con telecamere avanzate e strumentazioni digitali capaci di effettuare riprese ad alta definizione, anche notturne, ed eseguire mappature tridimensionali.
Nonostante l’allarme scattato immediatamente, il drone non si è più ripresentato e non sono stati rilevati segnali che ne possano indicare la provenienza precisa o la destinazione finale.
Le ipotesi dietro la ricognizione
L’evento si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per la sicurezza delle infrastrutture strategiche europee. Negli ultimi mesi, diversi paesi dell’UE hanno segnalato la presenza di droni non identificati nei pressi di impianti sensibili, sollevando interrogativi su possibili operazioni di spionaggio o ricognizione non autorizzata.
Secondo alcuni analisti, l’obiettivo del drone potrebbe essere stato quello di raccogliere informazioni sulle attività di ricerca svolte all’interno del centro o sulle installazioni dell’industria della difesa presenti nelle vicinanze. Ma, allo stato attuale, nessuna ipotesi è esclusa.
Riflessioni sulla sicurezza
L’incidente ha acceso i riflettori sulla necessità di rafforzare i sistemi di sicurezza attorno ai centri di ricerca e alle infrastrutture critiche del paese. Se da un lato l’Italia e l’UE stanno già investendo in tecnologie avanzate per il monitoraggio aereo, episodi come questo dimostrano che i rischi restano elevati e richiedono un’attenzione costante.
In attesa di sviluppi ufficiali, le autorità italiane ed europee continueranno a monitorare la situazione per prevenire eventuali minacce future e garantire la sicurezza delle proprie strutture strategiche.
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