«Quando ero ragazzo io, correvamo al drive-in per una serie interminabile di motivi. Oggi, i giovani non sanno nemmeno cosa sia, se non per averlo letto sui giornali». A dircelo è Giuseppe Ciotoli, 84 anni, titolare dell’arena per auto più grande d’Europa, nonché patron del multisala Cineland.
Il cinema all’aperto
Siamo a Ostia, il lido della Capitale, a poca distanza dal mare. È lì che Ciotoli, nel 1999, ha trasformato la vecchia fabbrica Breda in Cineland, un multiplex con 14 sale cinematografiche. Lui, di fronte all’emergenza Covid e alla conseguente chiusura dei cinema, non si è dato per vinto e proietterà, all’aperto, film sino alla fine di settembre.
«Non è semplice l’approccio al Drive-in – spiega -, perché la gente non è abituata. Ho deciso però di puntare su questa struttura per far tornare gli spettatori al cinema dal momento che la pandemia li ha completamente disabituati alla visione collettiva. Per noi, stare fermi sei, sette mesi, è un colpo durissimo anche perché abbiamo comunque spese di gestione spaventose da sostenere, ma ho provato a guardare avanti».
La crisi del settore
Cosa quanto mai necessaria in un momento in cui il conto è arrivato ed è salatissimo. Il cinema, per via del Covid, è uno dei settori maggiormente colpiti e si conta già la perdita di circa 25 milioni di spettatori e una crisi che in Italia coinvolge circa 200mila persone. «Soffriamo una crisi profonda – conferma Ciotoli – e il peggio è che non sappiamo neanche quando ne verremo fuori».
Mentre parliamo col titolare del Drive-in, tutto intorno arrivano le auto. L’area ne può ospitare cinquecento: oggi ce ne sono duecento. «È un modo sicuro di andare al cinema – ci dice una donna in macchina col bambino -. Quindi, che ben venga il drive-in». «Non succede tutti i giorni di fare qualcosa all’aria aperta – aggiunge un’altra donna, poco distante -. È piacevole tornare a vedere un film, specie all’aria aperta».
La scommessa che piace ai bambini
Chi salta di gioia da queste parti, sono i bambini elettrizzati all’idea di vedere un film per ragazzi – in programma, stasera, c’è La bella e la Bestia con Emma Watson. «È bellissimo!», ci dice una bimba sporgendosi dall’auto. Le fanno eco i genitori: «I ragazzini si godono lo spettacolo e noi siamo tranquilli perché davvero non disturbiamo nessuno».
Un’altra donna, in piedi di fronte all’auto, durante l’intervallo, ci dice: «Sembra di essere in uno di quei film tipo Happy Days o Grees. È carinissimo, veramente una bella esperienza».
Al lavoro intorno al maxi schermo
E mentre c’è chi si gode lo spettacolo, intorno c’è chi lavora: tecnici luci, audio, baristi, camerieri e addetti alla sicurezza. Incontriamo un cameriere che si sposta in bicicletta. Ha quarant’anni e ci racconta di aver trovato questo lavoro dopo esser stato fermo per via del Covid. «A febbraio, l’ultimo impiego e poi più nulla fino a tre settimane fa». Niente stipendio, né cassa integrazione: «Fortuna che ci sono ancora i genitori che, con la pensione, mi hanno potuto dare una mano». Lo vediamo fare avanti indietro dallo stand della ristorazione: consegna cibo e bevande dentro le auto caricando panini e bibite nel cestello della bici. «È semplice – spiega -. Gli spettatori mandano un messaggio Whatsapp indicando ordine e colore dell’auto e io li raggiungo e consegno».
A lavoro c’è anche chi sta in cucina ed è alle presa con la preparazione delle sportine: «Prima del Covid, lavoravo in un ristorante – ci racconta un cuoco -. Poi, vista la situazione, questo è il primo lavoro che ho trovato. Ci arrangiamo coi catering esterni come in questi eventi. Il fatto è che la ripartenza è dura: non si trova più tutto il lavoro come si trovava prima».
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