Vi ricordate quando le vostre maestre o quelle dei vostri figli e nipoti chiedevano di tenere un diario delle vacanze? Un semplice quaderno in cui annotare gli avvenimenti salienti delle lunghe giornate estive, che separavano la fine della scuola dal settembre successivo. Una tecnica che anche oggi, in questo periodo di quarantena, può rivelarsi piuttosto utile.
Scrivere un diario in tempi difficili
Ogni volta che pensiamo ad un diario, la nostra mente, quasi immediatamente, ricorda quello di Anna Frank, tra i più celebri in letteratura. È grazie a quella testimonianza e a molte altre, infatti, se è stato possibile ricostruire la tragica storia di molte famiglie negli anni della guerra. Per lo stesso motivo, molti storici stanno invitando le persone di tutto il mondo a fermare i loro pensieri su un diario, giorno dopo giorno, in questo momento di emergenza sanitaria. Le future ricerche su questa pandemia globale, infatti, potrebbero giovare dell’importante miniera di dati costruita quotidianamente da ognuno di noi. Ma questa non è l’unica ragione per cui dovremmo prendere carta e penna e iniziare a scrivere.
Un diario personale per stare meglio
Secondo gli psicologi, un diario è un ottimo strumento di crescita personale. Concepita principalmente come un’attività femminile, la scrittura e l’annotazione di vicende personali è tutt’altro che un fatto “di genere”. Tenere un diario, infatti, è un’azione che non conosce nessun limite e iniziare a scriverlo adesso potrebbe avere grandi benefici. In primo luogo, l’atto della scrittura può entrare a far parte della routine giornaliera, diventando un vero e proprio appuntamento. Un aspetto piuttosto importante in questo tempo libero che a volte può farci sentire passivi e senza forze.
Non importa che sia un paragrafo o una pagina, ciò che conta è che la scrittura aiuti ad organizzare le emozioni e i pensieri. Fissare dei momenti neri su bianco, inoltre, alimenta l’introspezione e l’autocritica, fondamentali per il proprio percorso di crescita personale. Il tempo impiegato nello scrivere un diario è intimo e privato, uno spazio in cui si lascia il resto del mondo fuori. Un modo perfetto per ripensare ai momenti passati da un’altra prospettiva o semplicemente per fissarli a imperitura memoria.
I diari dei senior in quarantena
In questo periodo sono soprattutto giornalisti e artisti a fermare i propri ricordi su diari virtuali. Tra questi c’è Jeremy Gordon Thompson, classe 1947, giornalista inglese ed ex presentatore di notizie per Sky, che dal 14 marzo tiene un reportage dettagliato della sua vita durante il lockdown. Anche la poetessa e scrittrice canadese Margaret Atwood ha deciso di raccontare la sua esperienza di quarantena. L’ottantunenne, infatti, ha scritto un pezzo per The Guardian in cui presenta alcune delle bizzarre attività con cui passa il tempo: dalla costruzione di piccoli pezzi ignifughi, con cui accelerare l’accensione di un fuoco, al posizionamento di piccole trappole che spaventino gli scoiattoli. Non è da meno il settantenne Pedro Almodóvar che ha scritto un diario in tre parti per il sito BFI. Nella prima parte, scritta il 23 marzo, il regista spagnolo descrive come sta affrontando l’autoisolamento e i film in cui ha trovato conforto: da Goldfinger alle pellicole americane degli Anni ’50.
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