Un cerotto elettronico da indossare, elastico, sottilissimo, lavabile. Sembra un film di fantascienza, eppure non è più tanto lontano dalla realtà.
Quanto meno non lo è per Takao Someya, uno scienziato dell’università di Tokyo che, da più di venti anni lavora per dare la possibilità di trasformare il corpo in un display luminoso. Ha progettato, infatti, una sorta di cerotto “hi-tech”, che consente di trasmettere all’esterno tutti i parametri vitali che ci riguardano.
Un lavoro lungo quello dello scienziato nipponico, che non si è mai dato per vinto. Dagli iniziali micro circuiti di partenza, la tecnologia si è raffinata sempre di più, ed ora si avvicina alla produzione su larga scala.
Ma come funziona questa “pelle interattiva”? Si incolla utilizzando acqua nebulizzata ed è realizzata utilizzando alcol polivinilico e uno strato di oro.
Un’invenzione per migliorare la vita degli anziani
Il Giappone è il paese più anziano del mondo. Ed è proprio pensando alla larga fetta di popolazione senior che è stata sviluppata questa “seconda pelle”.
L’idea, infatti, è quella di avere uno strumento per monitorare la salute soprattutto dei centenari. Per loro, infatti, gli attuali dispositivi in commercio, quali gli orologi o gli occhiali, possono risultare pesanti o scomodi.
La pelle sintetica, invece, essendo elastica e resistente, risulta più maneggevole e facile da “indossare”. Inoltre, grazie alle tecnologie bluetooth e wifi, consente di raccogliere le informazioni sul proprio corpo. Permette di fare un elettrocardiogramma, di monitorare l’insorgenza di malattie croniche e altre patologie. É una tecnologia che può rivelarsi utile per le protesi, ma anche per gli allenamenti agonistici a distanza, in cui è importante registrare la performance muscolare.
Negli ultimi prototipi realizzati a Tokyo, all’interno di questi cerotti elettronici sono compresi dei display con mini led, per vedere i messaggi inviati da amici e parenti e, in generale, per far sentire gli anziani meno soli .
Una sorta di pelle da indossare, dunque, per captare e registrare tutti i parametri vitali del corpo, per permettere di restare in salute. E se arrivasse davvero in Italia, quanti di noi sarebbero disposti a “testarla”?
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