Quando Antonio, detto Tony, entra per la prima volta nel suo costume di Babbo Natale da 500 dollari, non è ancora certo di cosa lo attenda. Tutto ciò che sa, guardandosi allo specchio, è: «Non avevo mai visto prima un Babbo Natale nero in carne e ossa».
In effetti, tra i tanti anziani signori in costume rosso, barba bianca e occhiali, che affollano in questo periodo le strade di Washington, nessuno ha la pelle di questo colore. «Ma se tutti festeggiamo lo stesso Natale – si chiede Tony – perché non averne finalmente uno?».
Tony è un artista di strada, un figlio d’arte, suo padre scriveva canzoni per artisti del calibro di Aretha Franklin. È uno dei tanti che si esibiscono davanti l’imponente facciata della Casa Bianca, nel verde dei parchi o accanto al Museo di Scienze Naturali, i luoghi pubblici più frequentati da folle di turisti e residenti con i loro bambini.
Quando si è trattato di scegliere il costume non ha badato a spese: ha optato per il più costoso, con l’interno in satin rosso, l’immancabile cappello, la barba bianca e un paio di occhiali finti. Il suo obiettivo è semplice: approfittare della generosità natalizia per guadagnare qualche dollaro extra.
Nel peggiore dei casi sa di aver comunque dato ai bambini l’occasione di vedere ciò che lui da piccolo non aveva mai visto: un Babbo Natale diverso da tutti quelli tradizionali che si possono incontrare nei libri o nei centri commerciali.
Tony decide, così, di offrire la sua interpretazione natalizia per feste o pubblicità, proponendosi su Craiglist, un sito web di offerte di vario genere.
Lì, però, la sua immagine appare quasi fuori posto, accanto ad un Babbo Natale che reclamizza la sua “barba vera”, 40 anni di esperienza e la capacità di “fare magie”; od un altro, con 30 anni di esperienza, che assicura che la sua voce profonda è perfetta per il famoso saluto “ho, ho, ho!” e, inoltre, è abilissimo a calarsi dal camino o a salire sul terrazzo.
L’inserzione di Tony recita semplicemente “Offresi Babbo Natale canterino” e contiene solo il suo numero di telefono. A 63 anni, Tony, che ha sempre lavorato da solo, non è certo molto pratico di marketing! Dopo una settimana passata tra gli annunci di Craiglist, sa che difficilmente per quest’anno troverà un lavoro extra in un grande magazzino – la concorrenza è forte e agguerrita – ma non si pente di aver acquistato il suo costume. Tutto sommato lo tiene al caldo, riparandolo dall’aria gelida di Washington e fa felici i più piccoli: «Cinesi, bianchi, neri, tutti quanti vogliono fare una foto con me – dice – e quando comincio a cantare impazziscono per la mia voce. Anche i grandi vogliono una foto con me!».
In effetti, in una società multirazziale come quella americana c’è una forte attenzione e una particolare sensibilità nel trattare i temi delicati dell’inclusione, della diversità e dell’identità, concetti molto importanti, soprattutto per i bambini. Molti genitori cercano per i loro bambini un Babbo Natale che li rappresenti anche visivamente.
Una mamma texana, Jihan Woods, giovane psichiatra di Dallas, ad ottobre ha lanciato una campagna per finanziare un’app gratuita per il cellulare, da lei stessa ideata, dal nome appropriato di Trova un Babbo Natale Nero, raccogliendo 5.000 dollari in un mese.
Nell’app, oltre a gadget natalizi a tema, è possibile scorrere una lunga lista di Babbi Natale afro-americani presenti nelle più importanti città degli Stati Uniti. Dunque quello di Tony non è solo un semplice lavoro per un guadagno extra sotto l’albero, ma una missione: presentare ai bambini della sua città, Washington, un’immagine positiva delle persone di colore, contribuendo a costruire nei più piccoli una maggiore autostima e dunque un generale aumento di benessere e serenità all’interno della comunità. Nel più autentico Spirito del Natale.
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