È prassi consolidata che a inizio anno vengano pubblicati i dati riguardanti la situazione del Paese, gli andamenti, le cifre, gli umori dei cittadini, che spesso “pesano” più dei numeri reali.
Allora cosa ci racconta sull’Italia l’Istat – Istituto Nazionale di Statistica – ad inizio 2020? Diminuisce la popolazione residente di oltre 120mila persone, diminuiscono ancora i nuovi nati (-18.804), ma diminuiscono anche i morti: 16.000 decessi in meno nel 2018 rispetto al 2017; torna a crescere la speranza di vita che raggiunge gli 80,8 anni per gli uomini e gli 85,2 per le donne: compiamo un altro passo significativo nella classifica che ci vede tra i Paesi più vecchi del mondo raggiungendo il rapporto di 173,1 ultra 65enni ogni 100 persone con meno di 15 anni. Gli stranieri sono l’8,7% della popolazione.
Diminuiscono anche matrimoni, separazioni, divorzi, ma aumenta il numero delle famiglie. Sono 25 milioni e 700mila, sempre più piccole, sempre più “fragili”. Solo il 33,2% sono formate da coppie con figli, ormai raggiunte, con il 33%, dalle famiglie composte da una sola persona, una realtà questa in costante aumento negli anni.
Nelle “diminuzioni” che ci possono fare più piacere va segnalata la diminuzione dei delitti. Diminuiscono gli omicidi volontari (-8%), i furti (-6%), le rapine (-7,2%) ma aumentano le truffe e le frodi informatiche (+8,4%) e le denunce per violenze sessuali (+14,5%).
Come viviamo la nostra situazione economica, come sono gli “umori” dei cittadini rispetto alla vita quotidiana, ai rapporti con gli altri, alle relazioni familiari? L’Istat ci dice che la quota di chi si dichiara soddisfatto è in aumento (in una valutazione da 0 a 10 le persone danno 7) rispetto al passato. I redditi familiari hanno registrato un lieve miglioramento e aumentano coloro che si dicono fiduciosi di poter mantenere stabile o migliorare il proprio standard di vita.
Sul fronte opposto il 7% delle famiglie, per un totale di oltre 5 milioni di persone, sono povere. In particolare la povertà assoluta raggiunge i valori massimi fra i minori con il 12,6%, ovvero 1 milione e 260mila minori, e i valori minimi fra gli ultra 64enni con il 4,6%. Per le pensioni lo Stato ha impegnato nel 2017 il 16,6% del Pil (Prodotto Interno Lordo). L’importo medio annuo delle pensioni è di 12.478 euro, 181 euro in più rispetto all’anno precedente.
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