Oggi le prime cinque fonti d’informazione utilizzate dagli italiani sono composte essenzialmente da strumenti tradizionali (telegiornali, reti televisive all news e quotidiani cartacei), seguiti da Facebook e infine dalle ricerche per argomenti su internet, soprattutto tramite Google. È quanto emerge dal 16° Rapporto Censis sulla comunicazione, I media e la costruzione dell’identità.
Ma se proprio vogliamo cominciare a fare delle distinzioni generazionali, la piramide dei media relativa ai senior italiani vede al vertice la televisione (96,5%), seguita da quotidiani (54,6%) e periodici (52,2%); subito dopo vengono internet (42,0%) e smartphone (38,2%). Quindi, televisione e carta stampata rappresentano le principali fonti di informazione per gli over 65.
Tra i più giovani, cioè nella fascia di età tra i 14 e i 29 anni, siamo invece nel campo della cosiddetta “transmedialità”: internet (90,3%) è più o meno appaiato con la tv (89,9%), il telefono cellulare (89,8%) e i social media (86,9%).
Ma scendendo nel particolare, dalla ricerca Censis, si evince anche che circa 6 italiani su 10 (il 59,1%) si informano attraverso i telegiornali e che l’apprezzamento sembra aumentare con l’età: dal 40,4% dei giovanissimi al 72,9% degli over 65. Facebook è il secondo strumento di diffusione delle notizie dopo i tg: lo utilizzano, per informarsi, circa 3 italiani su 10 (31,4%); segue nel 20,7% dei casi il ricorso ai motori di ricerca on line. Apprezzabile, per il Censis, anche il numero degli utenti (19,6%) di tv che forniscono notizie 24 ore su 24. Sembra reggere, e anzi leggermente aumentare (è oggi al 17,5% con un +3,3 % in due anni), l’uso della carta stampata. Seguono i giornali radio (16,7%).
Quanto ai contenuti dei programmi seguiti, sul podio resiste la politica nazionale che interessa più di 4 italiani su 10 (42,4%) e che supera di oltre 10 punti percentuali le voci classiche dei palinsesti informativi, come lo sport (29,4%) o la cronaca nera (26,1%) e rosa (18,2%). Risultano meno seguite le notizie di taglio economico (15,3%) e quelle di politica estera (10,5%).
Importante è inoltre il grado di valutazione che gli italiani esprimono sulle proprie competenze digitali. Per sfruttare appieno le opportunità offerte dai dispositivi digitali bisogna essere in grado di usarli bene e, anche qui, emerge un gap sia generazionale che sociale. Un italiano su 4 (il 25%) ammette di non possedere le competenze necessarie: esprimono un maggior deficit i senior (il 57,3% ), mentre è più competente chi ha tra i 30 e i 44 anni (8,0%) e chi è più istruito (11,4%), alla pari con i più giovani (11,5%).
C’è poi la percezione del futuro: gran parte degli italiani è convinta che, nei prossimi anni, perderemo peso economico e politico nello scenario internazionale (57,5%) e che l’Unione europea non si rafforzerà (55,3%). Tuttavia, solo il 14,8% del campione Censis teme che le democrazie liberali entreranno in crisi.
In quasi 7 casi su 10 (67,4%) i nostri connazionali ritengono che Internet sarà utilizzato nella maggior parte delle attività quotidiane. Per molti però i media cartacei (giornali, riviste, libri) sono destinati all’estinzione (49,6%) e l’informazione sarà meno libera di oggi (42,4%). I più ottimisti, oltre ai giovani, sono coloro che hanno un maggior grado di istruzione e chi vive nelle grandi città.
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