Entusiasmo alle stelle durante la 25a edizione delle Olimpiadi 50&Più. Il Trofeo va alla squadra provinciale di Venezia, seguita da quelle di Lecce e di Belluno. Ma, a vincere, è stata soprattutto la capacità di fare gruppo, di giocare gli uni per gli altri. Di divertirsi. Una festa nella festa per celebrare lo sport, grazie anche al contributo e alla presenza di atleti storici e campioni olimpici
Questa è la cronaca di una edizione speciale. Lo è perché le Olimpiadi 50&Più hanno compiuto 25 primavere. Anni in continua crescita, non solo numerica. Quando si partì nel lontano 1994 a Metaponto, in Basilicata, gli atleti, pionieri di questo evento sportivo, erano poco più di 400 e poche le discipline. Oggi sono 12, oltre 1.000 gli atleti e 43 le province coinvolte. Al di là dei numeri, le Olimpiadi 50&Più sono: «Una grande Festa dello sport, alimentata dall’entusiasmo, l’amicizia e la passione degli atleti», come ha sottolineato il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi, aprendo ufficialmente i “giochi”. Nonostante qualche delusione per aver perso di un soffio la medaglia nelle gare individuali o il podio per la classifica a squadre, alla fine è la gioia e il piacere di averci provato che fa rinascere il sorriso e tornare più grintosi il prossimo anno. L’entusiasmo di queste Olimpiadi è nelle parole dei suoi protagonisti. Come Irene Biroli, 53 anni, di Roma. «È la prima volta che partecipo – dichiara -. Mi diverto da matti, queste Olimpiadi non le mollo più». C’è anche chi vi partecipa da 25 anni, senza mancare una sola edizione. Sono i coniugi Luigia Ferrari e Renato Cusella (vedi foto, a pag. 38, in basso a sinistra) di Cortina d’Ampezzo (Bl). «Quest’anno – raccontano – non abbiamo vinto nessuna medaglia, ma la soddisfazione più grande è aver partecipato a tutte e 25 le edizioni. Abbiamo ancora la voglia e il piacere di ritornare il prossimo anno».
Non solo over 50. In questa edizione, infatti, le competizioni sono state aperte, in via sperimentale, anche agli under 50. Altra novità, il titolo di Campione di Categoria agli atleti che hanno totalizzato il maggior punteggio nella categoria di appartenenza. È stata non solo un’edizione speciale, ma anche una delle più combattute, con continui saliscendi di classifica, con il fiato sospeso fino all’ultima gara. Alla fine, la squadra provinciale che ha vinto il Trofeo della XXV edizione delle Olimpiadi 50&Più è stata Venezia, con il punteggio di 1.090,50. «Tutti si sono impegnati al massimo delle loro possibilità. Ci unisce un forte spirito di gruppo e di amicizia. Questo è più importante di qualsiasi vittoria», ha dichiarato il presidente della 50&Più provinciale di Venezia, Giannino Gabriel.
Al 2° posto la squadra di Lecce con 879 punti. «Siamo partiti per vincere, pur non presentandoci con la squadra al completo. Siamo comunque soddisfatti. Siamo un gruppo coeso, unito e ci divertiamo. Ci sentiamo campioni di vita», ha dichiarato Antonio Martino, presidente della 50&Più provinciale di Lecce.
Con 733 punti, al 3° posto, la squadra di Belluno. «Siamo molto soddisfatti di aver confermato il risultato dell’anno scorso. Belluno è una piccola provincia, ma anche quest’anno siamo riusciti a conquistare il podio», ha sottolineato Giuseppe Benozzi, presidente della 50&Più provinciale di Belluno. Quasi un testa a testa per il 4° e il 5° posto tra Livorno (517,50 punti) e Lodi (510,50).
Ancora più avvincente la classifica assoluti femminile e maschile. Campionessa delle Olimpiadi 50&Più è risultata Lucia Bergamo, pensionata, di Venezia, con 82 punti: «Nelle ultime tre edizioni il mio posizionamento è andato crescendo. Ad ogni modo, partecipo a queste Olimpiadi per la gioia di stare insieme, poi quello che viene viene». Lucia Bergamo è anche Campionessa di Categoria ed ha gareggiato nel ciclismo, nella marcia e nel nuoto. A brevissima distanza, con 76 punti, due pari merito: Irene Ghedina, di Belluno, ed Elena Bragolusi, di Milano (Campionesse di Categoria). Ad un passo dal podio, con 74 punti, Donata Bertolazzo di Treviso, che comunque ha vinto il titolo di Campionessa di Categoria, e Sandra Chinellato di Venezia, con 72 punti.
Con 91 punti il campione delle Olimpiadi 50&Più è Roberto Marchesi di Milano. Pensionato, 72 anni, ma ancora in attività come broker assicurativo, racconta: «Questo è il mio quinto titolo. Un risultato che devo a mia moglie. È grazie a lei che, dall’età di 50 anni, ho ripreso a fare sport quotidianamente. Ci alleniamo insieme». Marchesi ha gareggiato nel nuoto, nella marcia e nella gara ciclistica a cronometro. Secondo posto per Tito Quero (82 punti) di Piacenza ed Erminio Cappellesso di Venezia (77 punti). Un soffio dal podio Paolo Bressan di Venezia, che si ferma a 75 punti. I primi tre classificati hanno anche ricevuto la coppa di Campioni di Categoria.
Per celebrare i 25 anni delle Olimpiadi 50&Più, che si sono tenute a San Vincenzo (Li), sulla splendida Costa degli Etruschi, sono intervenute grandi glorie dello sport. Ad accendere il braciere alla cerimonia di apertura sono la medaglia d’oro olimpica Gabriella Dorio e un fuoriclasse del nuoto come Marcello Guarducci (vedi articolo pagg. 44/45): «Continuate a divulgare la cultura dello sport anche ai più giovani. Non fermatevi mai!», questo il loro incoraggiamento. L’incitamento è arrivato anche da Paola Pigni, primatista e pioniera del mezzofondo, e dal campione mondiale di ciclismo Francesco Moser. A lui il compito di aprire la gara di ciclismo a cronometro e di premiare nel corso della cerimonia di chiusura i ciclisti primi classificati. «La bicicletta non ha controindicazioni. Non smettete di fare sport, perché poi è difficile riprendere!».
Nelle parole del vice presidente nazionale 50&Più, Sebastiano Casu, pronunciate nel corso della cerimonia di chiusura, è racchiuso il senso di questo evento sportivo: «Alle Olimpiadi 50&Più tutti sono chiamati a dare il proprio contributo, in una sana e gioiosa competizione e con spirito vincente. Andate avanti cercando la vittoria sempre, nello sport come nella vita». Appuntamento alla XXVI edizione.
La squadra provinciale di Venezia vincitrice della 25° edizione
Testimoni di sport
Nello sport è essenziale avere fiducia nelle proprie capacità. Questo il succo dell’incontro “Storie di sport. Storie di vita” condotto dal giornalista Nando Sanvito, che ha raccontato le storie di alcuni campioni che hanno trasformato i propri limiti in una risorsa. Come Lionel Messi. Sin da bambino il calcio è la sua vita ed è già fortissimo. A 9 anni gli diagnosticano un ritardo nello sviluppo osseo. Le cure sono costosissime e la famiglia parte dall’Argentina trovando una soluzione in Spagna. A curare Messi sarà proprio la squadra del Barcellona. Così Messi, dall’alto dei suoi 168 centimetri, è diventato uno dei calciatori più forti di tutti i tempi.
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